Basket, i primi passi della NBA

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Knicks e Grizzlies primi nelle Conference, Lakers in emergenza

di Stefano Brienza

I due fratelli Gasol: Marc (Memphis Grizzlies) e Pau (Los Angeles Lakers)

Colpi di scena e conferme contornano le prime settimane di regular season NBA. Mentre i Lakers dei quattro Hall of Famers partono malissimo, Heat e Spurs veleggiano al top ma inseguono due parziali sorprese: i Knicks e i Grizzlies. A Brooklyn ci si riabitua lentamente al grande basket dei pro, che anche quest’anno offre da subito tanti spunti di discussione ad appassionati ed addetti ai lavori.

L’inizio di stagione a Los Angeles è stato oltremodo particolare e – incredibilmente – non per il primato divisionale dei Clippers. La prima notizia è che i Lakers sono partiti 1-4 (poi diventato 1-5 per il fondo della Conference) dopo aver perso ogni gara di preseason, la seconda è che il management ha conseguentemente optato per il licenziamento di coach Brown, ormai considerato inadatto a condurre una superpotenza dopo i fallimenti sia con Lebron che con Kobe a roster.

Il classico finale hollywoodiano avrebbe voluto il “solito” Phil Jackson nella veste di salvatore della patria, ma le trattative (rese anche pubbliche dai Buss) si sono arenate su qualche richiesta di troppo del santone degli undici anelli, fra cui il costoso Scottie Pippen nello staff.

Seconda opzione – e non pensate che non verrà fatto presente, nella buona e nella cattiva sorte, a fine stagione – un volto che difficilmente ci si sarebbe immaginato sul pino gialloviola: il nemico di mille battaglie (insieme a Nash stesso) Mike D’Antoni, chiamato a rendere fluido un attacco macchinoso e pregare che Howard possa costituire da solo un ottimo sistema difensivo.

Ci si aspetta uno scambio che porti qualcuno di più adatto di un pallido Pau Gasol al basket veloce del Baffo, ma un’altra notizia è che ormai il fenomeno di famiglia è considerato da tanti Marc, centro di una splendida Memphis prima nella Lega. Le investiture arrivano da Charles Barkley e vari analisti, che lo definiscono – con un velo di scherno verso Howard, ma neanche troppo – il miglior pivot del mondo.

Parallelamente alla squadra allenata da Hollins, nonchè primi ad infliggerle una L, i Knicks senza Stoudemire stanno girando (come direbbe un Gallinari a targhe alterne in questo inizio) a tutto motore. Trovata un’ottima quadratura difensiva ed un Anthony che si cala nel ruolo di uomo squadra, dimostrandosi micidiale da ala forte di fianco a Chandler, la “vecchia” New York (Kidd in formissima, Camby, il “rookie” Prigioni ed il ritorno dell’idolo delle folle Rasheed) è 7-1 ed è la sorpresa positiva numero uno di queste primissime partite.

Bene i collaudati Thunder (7-3), Spurs (8-2) e Heat (8-3), che durante questa regular avranno ben pochi problemi. Alterni i Celtics ed i Rockets di un Harden subito scatenatoda 82 punti nelle prime due, per presentarsi al nuovo pubblico e far nascere qualche rimpianto in Oklahoma.

Fra le “piccole” sembrano già tantissime le 4 vittorie ottenute dai sorprendenti Bobcats, mentre Minnesota era partita clamorosamente prima nella Conference senza Love e Rubio, per poi perdere altri pezzi importanti e tornare ad un record intorno al 50%. Infine, i Milwaukee Bucks: affrontando vari team più blasonati sono 6-2 guidati dalla coppia Jennings-Ellis, e guardano tanti dall’alto in basso. Non durerà, ma finchè si può sognare…

(fonte immagine: thebiglead.com)

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