Rugby, a Roma una marea nera
Il cuore azzurro non basta, gli All Blacks vincono 42-10 allo stadio Olimpico
di Gabriele Farina
Ha vinto la squadra più forte. Gli All Blacks superano una buona Italia, in una cornice da sogno e con un tifo da grandi occasioni.
Haka, united we stand – Di fronte a uno stadio Olimpico di Roma completamente pieno, i moderni gladiatori azzurri hanno sfidato gli alfieri della palla ovale nel secondo Cariparma Test Match di questo autunno.
La formazione di Brunel ha scelto di giocarsela a viso aperto, rispettando il valore dell’avversario ma senza timori reverenziali. A cominciare dalla haka. I maori hanno riproposto la classica versione del Ka Mate. Gli italiani hanno assistito abbracciati, senza disporsi in cerchio, come accaduto in passato, ma guardandoli negli occhi.
Inizio aggressivo – Sin dalla partenza gli azzurri dimostrano di non avere paura. Nelle prime fasi si lotta molto a centrocampo. Parisse, un cuor di leone capace di passaggi dietro la schiena e serpentine notevoli contro i campioni del mondo, conduce la carica dei suoi compagni. Gli All Blacks sembrano avvertire la pressione azzurra più del previsto.
Lo dimostra la scelta di Aaron Cruden al dodicesimo minuto: calcio di punizione dentro i 22. Dai Tutti Neri si attende che vadano in touche per poi cercare la meta. Il numero 10, invece, propende per un calcio tra i pali. L’Olimpico fischia la decisione per poi applaudire l’esecuzione.
Tre minuti dopo Kieran Read si carica la squadra e conquista la prima meta da capitano della selezione kiwi. Cruden trasforma per lo 0-10. Ancora qualche giro di lancetta e il kicker realizza un altro calcio per il +13.
Riscatto italiano – Solito copione? Non proprio. L’Italia spinge, ruba palloni, conquista territorio e ottiene punizioni, scegliendo mischie o touche. La determinazione dei padroni di casa è premiata da una meta in estensione di Alberto Sgarbi al 26’.
Il pubblico esplode, la squadra di casa convince e Luciano Orquera trasforma per il -6. Altri sette punti e sarebbe sorpasso. La partita rimane intensa: Gori deve neutralizzare per non concedere un’altra meta agli avversari, altrettanto deve fare Liam Messam subito prima della chiusura di frazione. Si va all’intervallo con il punteggio di 7-13.
Nere accelerate e azzurri in riserva – Il secondo tempo si riapre all’insegna dell’equilibrio, così come si era chiuso il primo. Un placcaggio alto su Orquera, riproposto dai due maxischermi, scatena i “boo” dello stadio. I kiwi intanto crescono.
“Sappiamo bene che i test match non si vincono mai nei primi venti minuti”, ha dichiarato al termine capitan Read. La pressione degli azzurri, “migliorati molto dall’ultimo confronto” (San Siro a Milano, 2009) secondo il numero 8, li ha messi in difficoltà. Loro, però sono gli All Blacks.
Un Cruden quasi perfetto dalla piazzola e sempre bravo a risolvere situazioni intricate in difesa realizza un calcio per il +9. Ma’a Nonu mostra tutta la sua potenza schiacciando in meta. Aaron trasforma di nuovo. Orquera accorcia il distacco con un drop dopo un’insistita azione di squadra. È forse il momento di massimo sforzo nella ripresa. Il pubblico percepisce la difficoltà e sostiene la squadra con l’inno di Mameli e con applausi. Tanti cambi, tra cui l’atteso ingresso di Mauro Bergamasco. Dan Carter, il miglior realizzatore di tutti i tempi, resta invece in panchina.
La diga azzurra inizia a cedere, si alza la “marea nera”. Corey Jane, da poco entrato, e Julian Savea (due volte) vanno ancora in meta. Cruden fa due su tre per il 10-42 finale.
Superiore in touche, il XV di Hansen ha fatto più ricorso ai calci su azione, dimostrando un’ottima capacità di giocare ovale in mano e una condizione atletica eccezionale. Man of the match il numero 13 maori, Conrad Smith.
“Mettere tutto nella bilancia” – Azzurri in crescita sia rispetto alla prova contro Tonga sia alla gara di tre anni fa di Milano, terminata 6-20. “Non è mai piacevole perdere”, ha dichiarato Parisse in conferenza stampa, invitando a considerare “le cose interessanti” proposte e ricercando “tanta umiltà per preparare la partita della prossima settimana”. Già, perché sabato 24 novembre a Firenze c’è l’Australia, n. 2 al mondo.
“Dobbiamo lavorare su tutto”, ha affermato il tecnico francese. Brunel ha apprezzato l’esordio di Minto, ricordando che“giochiamo contro squadre di alto livello, a cui non siamo abituati”. Contro gli Aussies, l’obiettivo è “essere vicini (nel punteggio, ndr) non solo una volta, ma tutto il tempo. Siamo sulla buona strada”, ha concluso.
Ne sono convinti anche i neozelandesi. Dopo le parole di Read, anche Steve Hansen ha reso merito agli azzurri. “L’Italia ha migliorato il livello di gioco, deve imparare come giocare se vuole diventare una grande nazione rugbistica”.
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4 risposte
[…] a galla gli azzurri, ma il punteggio all’intervallo è di 6-22. Si teme un passo indietro dopo la bella prestazione contro gli All Blacks. Un’Italia che ha tenuto sinora meglio in inferiorità numerica (espulsione temporanea di […]
[…] Il secondo tempo ricomincia con l’Italia determinata e un placcaggio alto su Orquera meritevole forse del giallo. Complice la fatica azzurra, i kiwi mostrano però tutta la loro classe: quattro mete e risultato in cassaforte. Più potenti e precisi nei calci, con Aaron Cruden che non ha fatto rimpiangere Dan Carter (miglior marcatore nella storia della disciplina), più veloci e più atletici in touche, i Tutti Neri hanno legittimato il successo. […]
[…] percorso del coach francese, iniziato in un recente passato con le prestazioni convincenti di Roma contro gli All Blacks e di Firenze contro l’Australia, è poi proseguito in una rassegna continentale “d’autore”. […]
[…] vigilia le ambizioni nel clan azzurro, specialmente dopo le gare dell’autunno scorso contro All Blacks e […]