Ucraina immobile
La Commissione Elettorale definisce le elezioni “impossibili” da valutare e il Paese precipita nel caos.
di Angela Cannito
Ancora incerti i risultati delle elezioni politiche in Ucraina, all’indomani della decisione della Commissione Elettorale secondo la quale il voto del 28 ottobre scorso è impossibile da valutare e risulta irregolare almeno in 5 circoscrizioni. La Commissione ha anche chiesto al Parlamento, ufficialmente ancora in carica, di risolvere al più presto la situazione, per procedere ad una nuova convocazione elettorale: “le operazioni di voto nei collegi in questione non hanno rispettato le norme indicate dalla Costituzione e dalla legge elettorale”
Una decisione che ovviamente non accontenta le opposizioni e scatena le proteste , mai veramente placatesi dopo le elezioni. Svoboda, Udar e Patria che nelle ultime settimane hanno continuato a denunciare i brogli e non hanno mai posto fine alle contestazioni continuando a chiedere la ripetizione del voto in tutte le circoscrizioni con manifestazioni ad oltranza, proseguono nella loro battaglia.
Arseniy Yatsenyuk, uno dei leader della protesta, ha annunciato che non rifiuteranno il mandato parlamentare, come’era stato ipotizzato inizialmente, ma che comunque porteranno avanti la loro missione sia dall’interno che dall’esterno del Parlamento stesso. Lo scopo dichiarato dei tre partiti, infatti, è arrivare alla destituzione del presidente Ianukovich e di tutto il suo partito, operando legalmente in Parlamento e richiedendo formalmente l’impeachment per il capo di Stato, le dimissioni del governo e il rilascio di tutti i prigionieri politici ed in particolare di Yulia Timoshenko.
La detenzione dell’ex leader della rivoluzione arancione continua a far discutere e rende sempre più difficile il dialogo tra l’Ucraina e l’Unione Europea, che ha più volte espresso il suo dissenso nei confronti dell’operato di Viktor Ianukovich e ha denunciato per prima l’esito irregolare delle ultime elezioni.
Da parte loro il Partito delle Regioni e il presidente Ianukovich non sembrano preoccupati e non prendono minimamente in considerazione la proposta della Commissione. Al contrario, si dicono pronti a riprendere in mano le redini del Paese. Il primo ministro Mykola Azarov, infatti, ha annunciato che il Parlamento si riunirà regolarmente nel mese di dicembre.
Emerge così una situazione di stallo che preoccupa non poco la comunità internazionale. Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha espresso il suo disappunto sull’andamento del voto nel Paese dell’ex Unione Sovietica sottolineando come una “Ucraina, indipendente e sovrana fermamente impegnata per la democrazia e la legalità è di importanza chiave per la sicurezza euro-atlantica ed è chiaro che le elezioni parlamentari si sono rivelato un passo indietro per la democrazia ucraina”.
Alle dichiarazioni di Rasmussen ha fatto eco l’Unione Europea che ha chiesto che vengano resi noti al più presto dei risultati definitivi che siano frutto delle reali volontà dei cittadini.
L’unico vantaggio di questa situazione di immobilità potrebbe essere per le opposizioni. Se riescono a dimostrarsi unite e sono pronte ad agire nella stessa direzione, a differenza di quanto è emerso in campagna elettorale, possono davvero ribaltare la situazione e segnare una svolta positiva nel Paese.