Björk e la “tecnologia bastarda”

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Esce “Bastards” la collezione multimediale Biophilia in chiave remix

di Valentina Palermi

Poco più di un anno fa Björk aveva sorpreso il mondo con un progetto musicale, il decimo realizzato in studio, in parte “registrato” su IPad e rilasciato sotto forma di una serie di applicazioni. Biophilia, questo il suo nome, è stato il primo “app album” al mondo, ovviamente venuto alla luce in collaborazione con Apple: una vera e propria raccolta multimediale di “musica, applicazioni, internet, installazioni e spettacoli dal vivo” accanto naturalmente alla versione CD “standard”.

Interattività che ha ispirato anche l’icona pop Lady Gaga, che nel suo prossimo album Artpop ha intenzione di proporre un’esperienza multimediale, composta e realizzata in differenti forme, proprio come desiderato dalla cantante islandese. Un’artista dalle idee ben chiare, poco abituata ai brainstroming, ma con una mente laboriosa e impetuosa come un ciclone subpolare, libera di spingersi da un punto cardinale all’altro come la Depressione d’Islanda.

Al giro di boa dei 45 anni, Björk “gioca”, trasformandosi in una “piccola scienziata”: fenomeni fisicigeologici e della biologia vengono raccontati e si legano ai suoi brani, caratterizzandoli naturalmente a doppio filo con particolari melodie, armonie e “nuovi” strumenti. Come la celesta e la gamelan (praticamente un’intera orchestradi metallofoni, xilofoni, tamburi e gong di origine indonesiana) utilizzate in “Crystalline” e “Virus”, oppure “Thunderbolt” per il quale è stata usata nientedimeno che la Bobina di Tesla!

A chi un anno fa le chiedeva curioso quali fossero le sue sensazioni nel momento in cui era stato pubblicato, lei rispondeva con l’eccitazione naturale di quando un artista pensa al proprio debutto con un nuovo progetto. Nel caso di Biophilia però non si trattava di un’uscita, ma di un flusso, quasi fosse un pugno dal quale magicamente un illusionista tirasse fuori in continuazione veli di volta in volta diversi e colorati.

Il 19 novembre Björk è tornata, con un lavoro non più inedito, ma che si rivela pur sempre nuovo ai nostri occhi. Pubblicate da One Little Indian, alcune delle tracce contenute in Biophilia sono state ri-pensate, ri-elaborate, ri-modellate in una compilation, “Bastards”. Un disco che vede la collaborazione di Omar Souleyman, Hudson Mohawke, Death Grips, Matthew Herbert, These New Puritans, 16-bit, Alva Noto, Current Value e degli Slips, oltre che a particolari featuring. E che sarà disponibile nella versione CD, digitale e in vinile.

In linea con la potenza tecnica e scientifica del precedente lavoro, la cantante parla di come sia “rimasta incredibilmente colpita dal fatto che il nucleo dei remix di Biophilia porti da qualche altra parte, pur mantenendo il suo carattere: i remix hanno dato alle canzoni più battute, le gambe possono ballare!”, spendendo “un po’ di tempo a lavorarci su, non necessariamente sui migliori, ma su quelli che hanno reso tutto più forte”.  

Ecco quindi che, remixate anche più volte, “Virus”, “Thunderbolt” e altri undici brani mutano e si innestano con altre risonanze culturali e ritmiche. Perdono la loro purezza, o forse sarebbe meglio dire semplicemente che evolvono: perchè la stessa Björk non crede ci sia “un’unica versione corretta” delle proprie canzoni, e per questo motivo “durante ogni tour sperimenta nuovi arrangiamenti per diversi strumenti”. Lo stesso accade con i remix, già realizzati per una serie composta da otto parti.
Tra questi “Crystalline”, per l’occasione ri-vestito dalle sonorità sublimi di Omar Souleyman, musicista arabo di origini siriane che vanta collaborazioni anche con Damon Albarn, e “Mutual Core”, nel quale la splendida voce di Björk trova ampiezza ed estensione, accompagnata nel video dalla creatività di Andrew Thomas Huang, frutto della collaborazione con il MOCA (Museo d’arte contemporanea di Los Angeles).
E poi dicono che “bastardo” abbia un’accezione negativa.

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