Maltempo, la conta dei danni nell’Alto Lazio
Disastro nella zona di Civitavecchia e in tutta la Maremma laziale per gli allagamenti
di Vito Graffeo
MALTEMPO – Non solo Roma. Nella Capitale si sono dirottate tutte le attenzioni per la piena del Tevere a causa delle forti piogge che hanno aumentato il livello dell’acqua nel letto del “biondo” fiume. Invece, a meno di 100 km la zona maremmana del Lazio è stata sconvolta da allagamenti e situazioni da calamità naturale. Media assenti mentre tra Civitavecchia e dintorni molte zone rimanevano isolate e le difficoltà rimanevano quasi insormontabili.
CIVITAVECCHIA – La prima ondata di pioggia torrenziale, abbattutasi principalmente sulla fascia tirrenica toscana, si porta verso sud e travolge anche la città portuale a Nord di Roma. Il primo cittadino, Pietro Tidei, dichiara lo stato di emergenza. Si allagano le prime case, molte zone affogano tra fango e onde d’acqua. Edifici pubblici e scuole chiuse mentre Protezione Civile e Vigili del Fuoco sono già a lavoro da molte ore tra interventi di prima necessità: si soccorrono molti automobilisti intrappolati in sottopassaggi o nei punti critici, si svuotano cantine ed abitazioni dei piani più bassi, le prime ad essere travolte (Vedi questi video: 1 e 2).
DANNI – Si parla quasi di due milioni di euro: questo il “conto” presentato dal maltempo di dieci giorni addietro. Tra i principali punti che necessitano intervento, sicuramente la voragine di Piazza Vittorio Emanuele e il depuratore, invaso dall’esondazione della Fiumaretta. La situazione è tale da indurre il sindaco di Civitavecchia a chiedere lo stato di calamità naturale: i danni potrebbero essere più ingenti perché non sono ancora apprezzabili gli ipotetici intoppi che avrebbero causato infiltrazioni di vario tipo, oltre ad eventuali cedimenti ancora da accertare. La Provincia di Roma non ha perso tempo, stanziando subito 300mila euro per far fronte alle prime emergenze.
DISAGI – Non solo in città, ma anche da e verso Civitavecchia è stato problematico ogni tentativo di spostamento. La rete ferroviaria è andata in tilt sia verso la Toscana sia verso Sud: inoltre, a causa dei vari inondamenti, molte strade sono divenute impraticabili per molti giorni e non è stato possibile per RFI approntare alcun pianto di trasporto sostitutivo in superficie. Tra i principali “protagonisti” degli allagamenti, oltre alla Fiumaretta già citata, ci sono soprattutto la Fiora e il Mignone. Consistenti anche le mareggiate che hanno trascinato a largo molte delle imbarcazioni di pesca privata, unica fonte di sopravvivenza e di reddito per molte famiglie dell’Alto Lazio.
MONTALTO DI CASTRO e TARQUINIA – Le due cittadine viterbesi sono state tra le più colpite nelle regione il fiume Fiora. Alcune famiglie sono rimaste isolate per molte ore ed è stato necessario l’intervento dei sommozzatori per portarle in salvo. Al contempo, in alcuni punti più isolati è stato difficile anche poter comunicare con molti nuclei a causa dell’interruzione delle utenze (Video di Tuscia News)
LA SITUAZIONE – Civitavecchia e dintorni tornano lentamente alla normalità, ma la conta dei danni e le ripercussioni a livello sociale sono ancora da valutare. La città portuale si è dimostrata preparata nel fronteggiare le difficoltà emerse e nell’affrontare con prontezza le evenienze. i riflettori però erano puntati altrove ovvero a Roma, dove la piena del Tevere faceva più notizia e attirava di più le attenzioni mediatiche.
Per saperne di più
Allagamenti a Montalto di Castro – VIDEO
Allagamenti a Civitavecchia – VIDEO