Tagli alla sanità, la storia infinita/2
Nel mirino questa settimana le strutture pubbliche tra proteste e polemiche
di Chiara Puglisi
Enrico Bondi, commissario per la Sanità, sembra essere il nemico numero uno della sanità laziale. Dopo le proteste del settore privato e le chiusure di tre cliniche del gruppo San Raffaele è la volta degli ospedali pubblici.
Tra i tagli voluti dal Commissario e dal suo entourage sarebbero finiti il San Filippo Neri, il Cto, l’Oftalmico Estman e il Forlanini di Roma.
Le intenzioni di Bondi, che venerdì ha incontrato i direttori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche, si spingerebbero verso un accorpamento dei complessi ospedalieri. Nessuno attualmente ha parlato di vere e proprie chiusure ma è stato richiesto ai responsabili delle strutture di fare delle proposte di risanamento prima del prossimo incontro, previsto per il fine settimana, al ministero dell’Economia.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ammette che gli interventi del commissario si spingono un pò troppo sul versante ragionieristico, mai entrando adeguatamente nel merito dei problemi.
Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Tommaso Ausili, segretario generale della Cisl del Lazio e Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio precisano: ”Queste decisioni del commissario, concepite in perfetta solitudine sono democraticamente inammissibili e inaccettabili sia nel metodo che nel merito. Abbia il coraggio di portare al pubblico confronto le sue intenzioni, come del resto si addice a una normale democrazia onde evitare che il suo comportamento ricalchi quello dei precedenti commissari”.
”Attraverso il confronto – aggiungono – Bondi apprenderebbe molte cose: scoprirebbe che la chiusura di venti ospedali pubblici non ha prodotto alcun risparmio rispetto a quelli previsti dal piano di rientro, non ha ridotto l’offerta sanitaria ospedaliera né aumentato quella territoriale. Scoprirebbe inoltre che anche per quanto riguarda i posti letto da tagliare c’è ben poco perchè tanto e male è stato già tagliato”.
E così, per far fronte a questa situazione di precarietà degli addetti ai lavori e di inefficienza nell’erogazione dei servizi, per osteggiare dunque, una politica di tagli e tasse non compensata né dal miglioramento della qualità e della quantità dei servizi, né dalla creazione di prospettive certe per i lavoratori precari del settore, Cgil, Cisl e Uil del Lazio annunciano una mobilitazione unitaria entro il 22 dicembre.
Mobilitazione che si va ad aggiungere alle proteste sui tetti dell’Idi, che prosegue da settimane, e che fa eco a quella di medici e infermieri del Policlinico Agostino Gemelli.
Il sindaco Alemanno si trova dunque a fronteggiare questa situazione facendosi portavoce di una situazione ormai insostenibile, chiede un confronto con le istituzioni e dopo il suo incontro con il ministro della Salute Renato Balduzzi precisa: ”Ho spiegato al ministro che, come sindaco di Roma, devo assolutamente intervenire in un momento di estrema crisi della sanità della città quindi gli ho detto che o parliamo, trovando un tavolo di confronto, oppure sarò costretto a mettermi a capo della protesta”.
La presa di posizione di Alemanno ha dato il via ad un tavolo tecnico sulla sanità pubblica e privata del Lazio, che da oggi vedrà impegnati il commissario Bondi con le sigle sindacali di tutte le parti interessate, riuniti al ministero della Salute.
Insomma la situazione della sanità è di settimana in settimana sempre più caotica.
Anche la Conferenza delle Regioni ha chiesto un incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti, convinti che ancora si possono apportare modifiche alla legge di Stabilità, al fine di garantire ai cittadini i servizi fondamentali quali la sanità e il trasporto pubblico locale.
Le Regioni sostengono la necessità di ritornare ad un livello di finanziamento per il 2013 del Fondo Sanitario Nazionale pari a quello dell’anno precedente, ritenendo insostenibili ulteriori diminuzioni del Fondo.
Se come previsto dalla legge di Stabilità la sanità verrà ridotta per il prossimo anno di circa 1 miliardo di euro sarà pregiudicata la possibilità di firmare un nuovo Patto per la Salute per il triennio 2013 – 2015.
Prosegue il braccio di ferro tra gli Enti locali e il Governo e allo stesso modo proseguono le proteste dei lavoratori della sanità.
Nel frattempo facendo un giro negli ospedali di Roma ci si rende conto di quanto scadenti e fatiscenti siano i servizi per il cittadino.
Ormai assistiamo inermi allo sgretolamento del nostro Sistema Sanitario Nazionale, non facciamo più caso ai malati sdraiati sulle lettighe nei corridoi dei nostri ospedali, non fa più notizia sapere che i nostri medici per salvare vite umane devono dar fondo ai magazzini per trovare farmaci e attrezzature.
Ma quanto ancora in basso dovranno arrivare le nostre strutture che pure rappresentano un’eccellenza nel panorama mondiale dei sistemi sanitari?