Geico, la resurrezione durante la crisi
Cassa integrazione, azienda vicina al tracollo: nessun licenziamento e si risorge
di Vito Graffeo
GEICO – Storia di chi ce l’ha fatta in tempi di crisi, quella forte crisi che da un lustro abbondante si ripercuote in lungo e in largo nelle varie attività produttive ed economiche a livello internazionale. La Geico, azienda italiana di Cinisello Balsamo, non è stata esentata dalla tempesta di difficoltà abbattutasi sul mercato mondiale dell’auto.
COSA ACCADDE – Tra il 2008 e il 2012, la Geico, specializzata in verniciatura di alto livello delle vetture destinate all’uso commerciale, riceve vari annullamenti di contratti e mancato rispetto delle commesse per 120 milioni di euro. I grandi marchi del settore cancellano o procrastinano gli accordi e dalla sede lombarda si inizia a delineare un quadro poco rassicurante.
LE DIFFICOLTÁ – Come spesso accade in molte realtà, la soluzione più semplice è sempre quella drastica: licenziamenti, interruzione dei periodi di prova per chi fa tirocini o prove: alla Geico invece non funziona così. Il suo numero 1 Ali Reza Arabnia tiene tutti sulla barca, non getta nessuno in mare ed anzi fa da parafulmine per fronteggiare le difficoltà. Si ricorre alla cassa integrazione e si accusa l’impossibilità di competere con i concorrenti diretti che per fatturato e numeri sono nettamente più grandi della Geico.
LE SCELTE – Seppur tra mille difficoltà, Arabnia decide che si va avanti e non lascia nessuno per strada. Anzi, analizzando i competitor, il presidente si rende conto che non ci sono scatti in avanti: i rivali si mantengono su livelli tecnologici stagnanti, si limitano ad ottenere commesse in cui prevale solo la riduzione dei costi (che spesso coincide con il lavorare sottocosto). Così in casa Geico si cerca la svolta che corrisponde alla parola innovazione: si investe in un nuovo polo all’avanguardia nello sviluppo della ricerca, innovare e rientrare nel mercato con una nuova veste, più moderna, affidabile e di sicuro forte.
LA RINASCITA – Dalle idee, nascono i fatti: sorge un polo tecnologico in cui macchinari e novità portano a procedure di verniciatura che abbassano i consumi, lavorano secondo i più elevati standard di qualità e sicurezza. A fronte di tanti investimenti e speranze, non corrispondono novità in termini di ripresa del mercato: i 100 dipendenti sono a rischio, Ali Reza Arabnia è costretto a richiedere la cassa integrazione per i lavoratori.
LA SVOLTA – Nel 2011 giunge la svolta: nel giro di pochi mesi a Cinisello Balsamo le scrivanie vengono invase dai primi ‘si’ alle proposte di appalto. Ci sono accordi di rilievo con Renault prima e Peugeot poi, fino ad arrivare alla recente acquisizione del gruppo giapponese Taikisha con la quale la Geico forma un’alleanza vincente per recitare un ruolo di primo piano, se non da leader indiscusso, nel campo degli impianti di pre-trattamento e verniciatura auto. Il nuovo giro d’affari rimette in moto la macchina: ai dipendenti viene interrotta la cassa integrazione e remunerata anche la parte di stipendio persa.
LA CRESCITA – La sfida diventa avvincente, l’azienda cresce e grazie ai nuovi accordi diventa sempre più forte e ricercata sul mercato: a Cinisello nascerà un altro centro all’avanguardia per il settore. Una storia coinvolgente, ricca di colpi di scena quella della Geico: una realtà che, se fosse finita in altre mani o sarebbe stata gestita malamente, sarebbe scomparsa nel nulla. La caparbietà del suo presidente, unita alla mentalità e culturale aziendale, ha portato a grandi risultati: di fronte al rischio, nessuno si tira indietro, anzi si cerca di andare avanti cercando nuove strade e non scappatoie fallimentari. Un insegnamento degno di esser preso in considerazione per molti, una ricetta anti-crisi che può insegnare molto e dare speranze a chi versa in condizioni economiche e finanziare, a livello industriale.
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