C’è la crisi? E allora “Per soldi non per amore”
Come può un uomo non più ricco e non più giovane fronteggiare la crisi economica ed assicurarsi un cospicuo reddito?
Di Federico Larosa
È questo il punto di partenza della storia raccontata in Per soldi non per amore, spettacolo teatrale della Compagnia Scacciapensieri andato in scena, da martedì 4 a domenica 9 dicembre, al Teatro San Genesio di Roma (Via Podgora, 1).In scena, il nullafacente Max Cerutti, che ha dilapidato tutte le sue ricchezze, cerca una soluzione alla propria imminente povertà e decide di sposare una donna ricca con l’intento di eliminarla ed ereditarne gli averi. Ma non tutto andrà secondo i piani…
Commedia in due atti, Per soldi non per amore ha tra i suoi punti di forza la ricostruzione scenografica, semplice ma accurata che ricorda gli interni anni Ottanta, e la scelta dei costumi, in particolare l’abito da sposa della sgraziata ed imbranata Genoveffa Martelli ( detta Jenny), uno dei personaggi più interessanti dello spettacolo (e meglio interpretato) insieme a quello della governante Clotilde. Purtroppo il ritmo generale della rappresentazione non sempre è all’altezza del genere e, i dialoghi, così come alcune scene, sono talvolta confusi e poco chiari.
La compagnia Scacciapensieri nasce nel 2000 sotto la direzione artistica di Ines Pinto e ha come scopo quello di perseguire la diffusione culturale in maniera trasversale, aiutando il prossimo più bisognoso, donando parte del ricavato dei propri spettacoli a progetti sociali concordati e realizzati con esponenti del terzo settore (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, Organizzazioni non governative, ONLUS, ecc.). anche in questa occasione quindi parte del ricavato dello spettacolo sarà devoluto all’Associazione Pediatria per l’Emergenza e alla Sesta Opera San Fedele di Rieti.
A tal proposito, Silvia Trilli, interprete di Jenny, ha dichiarato: << La Compagnia teatrale Scacciapensieri vuole rispondere all’appello lanciato dai volontari della Sesta Opera San Fedele di Rieti che si occupa di volontariato penitenziario presso la Casa Circondariale di Rieti – Nuovo Complesso che ospita circa 300 detenuti.
Con gli ultimi tagli del governo la cifra giornaliera destinata al sostentamento di ogni recluso ammonta 3,80 euro. Praticamente manca tutto: beni primari quali biancheria intima, bagnoschiuma, detersivi , carta igienica, felpe, pile, scarpe di gomma. Le carceri di tutta Italia sono diventate delle discariche umane. Con una popolazione carceraria di 66.000 persone e una capienza di 45.000 posti, tutti gli istituti sono una polveriera pronta ad esplodere.
Tutto ciò ha costi economici altissimi quanto inutili. Nel 2011 ci sono stati 63 suicidi. Nel primo semestre del 2012 i suicidi sono già 50. Questo tempo di crisi costituisce un’occasione per riflettere e discutere sulla realtà delle carceri e della condizione detentiva. Ringraziamo, quindi, tutti coloro che con la loro solidarietà contribuiscono ad attenuare la drammaticità della situazione >>.