Imu, incubo di fine anno
Il saldo dell’imposta sulla casa, le aliquote aumentate e quell’ipocrisia della politica
di Samuele Sassu
Doveva rappresentare l’incubo di fine anno e, naturalmente, non ha deluso le attese: dicembre 2012, fine del mondo oppure no, è tempo di Imu e dell’ultima, salatissima rata. La scadenza di questo lunedì porterà circa 15 miliardi di euro nelle casse di Stato. I cittadini, per di più, subiscono l’ennesima beffa, almeno stando a quanto riportato dai conteggi della Consulta nazionale dei Caf, dal quale emerge che il 56% dei comuni ha aumentato l’aliquota rispetto al valore di base imposto per l’acconto di giugno.
Sempre secondo i dati riportati dalla Consulta dei centri di assistenza fiscale, la cui analisi ha preso in considerazione le decisioni del 98,85% dei comuni, circa l’8% di essi ha innalzato l’aliquota sulla seconda casa fino al massimo consentito: il 10,6 per mille. È andata meno peggio per le case di abitazione, per le quali solo tre amministrazioni su dieci hanno deciso di aumentare l’aliquota di base. Tra questi, ben 257 comuni hanno spinto fino al 6 per mille massimo.
Piuttosto rari, invece, gli sconti e le detrazioni per cercare di favorire le fasce più disagiate. Pochi, rispetto alla totalità dei comuni, quelli che hanno deciso di ridurre le aliquote di base per case di abitazione e seconde case. Eppure il governo ha fornito tante possibilità agli enti locali per tentare di rendere meno pesante l’imposta, a partire proprio dalle prime case, per le quali sono state previste detrazioni fino a 200 euro. Salvi i rari casi sopracitati, la stragrande maggioranza dei comuni si è ben guardata dal “detrarre”.
Peraltro, un emendamento al ddl stabilità è stato presentato in commissione bilancio al Senato per assicurare il gettito dell’Imu alle amministrazioni locali. Incasseranno 7,655 miliardi nel biennio 2013-2014. Soppressa, dunque, la “riserva dello Stato”, al quale resterà comunque il gettito dell’Imu su capannoni industriali e opifici: un “gruzzoletto” di quasi 9 miliardi di euro che finirà nelle casse dell’Erario nello stesso biennio.
Secondo uno studio della Cgil, Roma sarà la città in cui l’Imu farà sentire maggiormente il suo peso sulle case di abitazione. Con il 5 per mille scelto dal comune, nel caso di un appartamento di 70 mq in zona semicentrale classificato al catasto come A2, ossia come abitazione di tipo civile, l’esborso totale sarà di 819 euro. Per una seconda casa dello stesso tipo, con aliquota al 10,6 per mille, il costo totale sarà di 2.161 euro.
Tuttavia, non è solo la Capitale la città più colpita. È tutto il Centro Italia a dover fare i conti con l’innalzamento delle aliquote, specialmente per quel che riguarda le seconde case. Al contrario, sembrerebbe essere agevolato chi vive nei centri più piccoli, dove le rendite degli immobili sono meno elevate e le stesse aliquote, generalmente, hanno subito rialzi inferiori.
La questione dell’Imu, fondamentale in un periodo di crisi, disoccupazione e cassa integrazione, fa sentire il proprio peso anche sull’agenda politica e sulla campagna elettorale in atto già da diverso tempo. Coloro che, tempo fa, hanno cancellato irresponsabilmente con un colpo di coda la vecchia Ici, probabilmente stanno già preparando la nuova grande mossa acciuffa-voti. Un Berlusconi più machiavellico che mai, potrebbe partorire le iniziative più disparate, pur di risollevare il Pdl dal baratro in cui è precipitato.
Infine, un ex ministro e tutt’ora parlamentare, giorni fa, ha dato ulteriore dimostrazione di bassezza morale, oltre che fisica. Ha dichiarato di non sapere se sarà in grado di pagare l’ultima rata dell’Imu. Renato Brunetta, che a dicembre percepirà anche la succulenta tredicesima gentilmente pagata dai contribuenti italiani, versa in “condizioni disperate”: l’appartamento di circa 200 mq in via Ardeatina e gli altri due terreni di suo possesso a Roma, il casale in Umbria, la villetta nei pressi di Salerno e altri possedimenti vari gli costeranno quasi 11 mila euro, secondo la ricognizione effettuata da Federcontribuenti. Lui, però, “non sa ancora” se sarà in grado di far fronte a questa spesa. Provare vergogna si può, se e quando si ha una coscienza.
(fonte immagine:(http://www.comune.sanveromilis.or.it/)