Italia: ritorno alle origini
Marasma pre-elettorale nel Bel Paese, tra vecchie abitudini e prevedibili ritorni
di Adalgisa Marrocco
Ritorno alle origini per la politica italiana. Sono bastate una mossa di Berlusconi ed una mancata fiducia al “tecnicissimo” Mario Monti a far ripiombare il Bel Paese nel proverbiale italico marasma pre-elettorale, cancellando la ventata di (seppur opinabile) innovazione, portata dalle primarie del centro-sinistra.
Eppure l’Italia non è certo quella di qualche anno fa: la recessione ed il debito pubblico incalzano, rendendo il terreno idealmente meno adatto alla bagarre politica fine a se stessa. Una condizione che fa guardare con ancora maggior apprensione al risultato delle Politiche 2013 che, da tornata elettorale post-governo tecnico, si sta trasformando in un vero e proprio terno al lotto, dato il sempre maggiore numero di possibilità concretizzabili.
Meno probabile ma non impossibile, il ritorno di Berlusconi. O, per dirla come Liberatión, il ritorno della “Mummia”, che ha portato il nostro Paese ad interiorizzare il germe dell’ad personam e dell’approssimazione istituzionale. Prospettiva auspicabile? Tutt’altro.
La seconda possibilità sarebbe la più concretizzabile vittoria del centrosinistra, caldeggiata dai sondaggi e favorita, fino a qualche settimana fa, dal clamore mediatico scaturito dalla “dimostrazione di democrazia” delle primarie. Presidente del Consiglio designato sarebbe Bersani, che da origine ha dichiarato di non aver intenzione di mettere in discussione il rigore e le riforme montiane, promessa che però gli sarà difficile mantenere in previsione di opposizione da parte dei suoi alleati “più estremi”.
Terza possibilità (ultima, ma non per indice di probabilità) è quella che sia lo stesso Monti a tornare ad essere l’inquilino di Palazzo Chigi. Un secondo mandato del professore, sia esso determinato da una situazione di ingovernabilità post-elezioni o dal sostegno di una lista a nome Monti, sembrerebbe essere in cima alla classifica degli scenari politici dell’Italia 2013.
Oggettivamente, il tecnico risulta ad oggi il più corteggiato: partendo dal mondo pidiellino, passando per Montezemolo, fino all’universo democratico.
Così nel caso di un Monti Bis, si prospetterebbe appoggio bipartisan: sostenitori provenienti dal mondo della grande impresa centrista e centro-destrista, ma anche dal centro-sinistra bersaniano che, date le circostanze, potrebbe vedere il proprio leader divenire colonna portante di questo futuribile esecutivo.
Insomma, un quadro confuso nella sua essenza ma chiaro nella sostanza: tra i vari litiganti, il tecnico potrebbe godere.
(Fonte immagine: http://www.libera.tv)