Vita, morte e miracoli del partito del “Senatur”
Molti anni per prendere potere e pochi giorni per perdere tutto. Forse
di Camilla Barni
La grande impresa e la conquista del nord d’Italia alla fine degli anni ’80, l’incontro con Silvio Berlusconi tra odio e amore, il potere e poi gli scandali: dalla cauta del re Umberto Bossi, a Rosy Mauro, finendo con le ultime inchieste che hanno portato all‘arresto dei consiglieri regionali in Lombardia. Passato, presente e futuro della Lega Nord.
La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, nota come Lega Nord, è un partito italiano nato dall’unione di sei autonomisti regionali del nord Italia, il 4 dicembre 1989 a Bergamo: Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemònt Autonomista, Union Ligure, Lega Emiliano-Romagnola e Alleanza Toscana.
Nei giorni 8 al 10 febbraio 1991, venne costituito l’atto e lo statuto del primo Congresso Federale della Lega Nord, dove venivano a confluire tutti gli autonomisti regionali. Negli anni successivi il partito si conferma una forza politica significante, portando alcuni dei suoi membri nelle amministrazioni locali. Ma i problemi della Lega iniziano nello stesso anno della sua fusione ufficiale: la scissione che vede Franco Castellani, il numero due del partito, uscire di scena, accompagnato da altri cinque consiglieri lombardi. Umberto Bossi si conferma così fin da subito un leader incontrastabile.
L’apice del potere la Lega Nord lo ottiene grazie all’alleanza con il Cavaliere nel 1994. Il polo di centrodestra vince le elezioni e il partito ottiene cinque ministri a comporre il governo: Roberto Maroni, Giancarlo Paglierini, Vito Gnutti, Domenico Comino e Francesco Speroni. Tra insulti e minacce a Silvio e al partito di Forza Italia, la Lega riesce anche ad arraffare il posto del Presidente della Camera: Irene Pivetti.
Tra vittorie, sconfitte, uscite di scena e pagliacciate dei membri più in vista del partito, la Lega Nord subisce un vero colpo d’arresto il 5 aprile 2012, quando il Segretario Federale Umberto Bossi si dimette dal partito a seguito dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il tesoriere del partito Francesco Belsito. Lo scandalo che colpisce la famiglia del senatur è un colpo duro per gli elettori e i fedelissimi.
La truffa allo Stato riguarda i rimborsi elettorali. Gli inquirenti hanno dimostrato come grazie a rendiconti falsati, la famiglia del senatur abbia usufruito personalmente dei fondi. Lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio, soggiorni e cene ai figli di Bossi e dell’ex presidente del Senato Rosi Mauro.
Altro che Roma ladrona! Con i soldi della Lega sarebbero state pagate anche le tasse universitarie di Riccardo Bossi, oltre che a 4 mila euro versati a Renzo, il fratello minore, per coprire il rosso della sua carta di credito. tutto giustificato come conto spese. Ma le “sfortune” del partito nordico non sono finite qui, con quattro bonifici e due muri imbiancati a spese degli italiani.
Solo un anno e mezzo prima dello scandalo Lega Ladrona, Roberto Saviano, l’autore di Gomorra, parlò in tv dei rapporti tra la mafia calabrese e il Carroccio. Maroni sollevò accuse pesanti verso la trasmissione Vieni via con me e l’autore delle dichiarazioni. Oggi, le inchieste che si sono aperte nei confronti del partito hanno dimostrato che via Bellerio non è immune da contaminazioni.
In questi giorni si parla molto di elezioni e sono ritornati sulle pagine dei quotidiani nazionali gli scandali lombardi. Apparentemente, dopo gli ultimi avvenimenti, la Lega sembrerebbe un partito morto, avendo perso la fiducia di gran parte del suo elettorato. Ad avvallare gli ultimi sondaggi, sono anche gli arresti e le accuse piombate sui dirigenti di Pdl e Lega della regione Lombardia, accusati di aver mangiato e digerito sulle spalle degli onesti cittadini. Insomma, adesso voce al popolo.
(fonte immagine: http://www.oipamagazine.eu)