“Ecco” cuore e microfono aperti su Radio2 Live
Niccolò Fabi accorcia le distanze dai fan e dal tour con la registrazione di uno speciale live
di Valentina Palermi
“Sì, dai.. la invio!”. “Anzi, no…son passati già cinque minuti…figuriamoci! Ma perché no? Su, tentiamo…”. Non è pazzia, ma la mia reazione, condita da qualche plurale maiestatis, di fronte al post sulla Fan Page di Niccolò Fabi che metteva a disposizione 35 possibilità di assistere alla registrazione di un mini-concerto negli studi di Radio2, partner dell’ “Ecco Tour”: “una tournée che non è fatta solo da appuntamenti da rispettare, dal concerto, ma da sapori e odori”.
Bastava spedire una mail con il proprio nome e cognome, il gioco era fatto. Per una volta ho vinto, e mi ritrovo fuori dagli studi di Via Asiago insieme ad un gruppetto di fans, da quelli che non si perdono un appuntamento con lui, a chi invece è stata regalata questa occasione.
Tra poster di Beatles, David Bowie e Velvet Underground, nella Sala A Federica Gentile e Carolina Di Domenico introducono il Collettivo Fabi: Niccolò appare sul palco, tirando a sé immaginariamente Pier Cortese (voce e chitarra), Gabriele Lazzarotti (basso) e Fabio Rondanini (batteria). Assenti – giustificati – Daniele “Mr Coffee” Rossi e Roberto Angelini, impegnati sulle nevi tra piste e sessions. Nessun problema, perché è proprio la loro capacità di mischiarsi e intercambiarsi che rende unica ogni performance.
L’eco di Pier segue “Io”, la prima canzone e, a proposito di egomania, si continua con “Indipendente”. Fa il suo ingresso Andrea Di Cesare, che accompagna con il suo violino un pezzo del 2003, “dal titolo palindromo, indovinate qual è”. Niccolò presenta così “È non è”, disegnando nell’aria le note, come “I Cerchi di Gesso”. Brani vecchi e nuovi, che rivelano “una discontinuità, non di genere o linguaggio” ma piuttosto il percepire questo lavoro con “apprensione, incoscienza, la voglia propria di chi è all’inizio, di chi realizza un disco esordiente”.
Non riesce a stare fermo Niccolò mentre parla ai microfoni di Radio2 Live, ondula e non si adagia sugli allori. Stare seduto è una piccola costrizione, che però lo invoglia a muoversi in altri modi: lo stesso spirito, “una sensazione di vivacità”, con cui ha intrapreso insieme ai suoi compagni d’avventura il viaggio verso il Salento, terra di “serenità, bellezza, colore da aggiungere alle canzoni”, per un album “certo che urlasse dalla voglia di uscire”, perché “la comodità non è mai stata ispiratrice di nulla”.
Ricomincia solo con la sua chitarra, andando indietro di tre anni per “Sono un uomo” e tornando ad oggi con la sua “Elementare” conseguenza, “naturale, perché gronda emozioni e vince a spalle larghe” quando è impossibile eseguire tanti brani.
“Ai concerti si ha la fortuna di stare in piedi, è strano stare seduti. Per questo motivo si scelgono dei brani per abbracciare il pubblico, soprattutto in occasioni come questa”. Una minima distanza, quella tra il palco e noi, che il Collettivo Fabi fa in modo di annullare facendoci compiere viaggi reali e mentali, con i loro “Sedici modi di dire verde”, giocando tra allontanamenti e avvicinamenti, rendendo impossibile non pensare e lasciarsi andare sulle note e dalle parole di “Lontano da me”.
In posizione, schiarisce la voce e intona “Una buona idea”, per “Costruire” un crescendo esplosivo di suono e ritmo, che non lo tiene attaccato alla sedia mentre canta “Lasciarsi un giorno a Roma”. Poi “Ecco”, Niccolò ci saluta avvolgendoci bene nelle emozioni per scaldarci prima di uscire dallo studio.
Sulle scale dell’ingresso e sul marciapiede sarà lui ad essere accerchiato da strumenti e fans: mentre sistema le sue chitarre, si mette in posa con Giovanni e Aida per una foto, scambia due battute con Raffaella, parla di quanto sia difficile o meno guidare con le scarpe col tacco con un altro gruppo di ragazzi e ragazze (in forte maggioranza).
Perché dopotutto è proprio questo il bello di questa serata, di Niccolò Fabi e del suo gruppo: l’essere senza un limite (fisico o meno), e crearne uno circondandosi di affetto, curiosità, chiacchiere e sorrisi. Aprire il microfono, e il cuore, a tutti.