Fnac, futuro tra luci ed ombre
Orlando salva le insegne italiane del gruppo francese: molto però da definire
di Vito Graffeo
Il 2012 è stato un anno difficile da dimenticare per Fnac Italia: dipendenti e punti vendita con un enorme punto interrogativo sul futuro. Mesi di attese, promesse, rinvii e mancanza di chiarezza da Oltralpe. Si prospettava il peggio per 600 dipendenti, ma nelle ultime settimane ha iniziato a prender forma la “salvezza” per gli 8 negozi italiani del Gruppo. Fnac Italia ha più volte dichiarato di voler concentrare i propri affari nel mondo del lusso, puntando su grandi marchi dell’abbigliamento e dell’accessoristica di lusso (Gucci, Bottega Veneta, Yves Saint-Laurent) nonché al mutamento dell’offerta. Si tratta dell’operazione “Fnac 2015”, che prevede l’abbandono del comparto musicale per andare verso forniture domestiche (piccoli elettrodomestici in particolare).
ORLANDO – A fine novembre il “Salvatore” ha un nome: si tratta del gruppo Orlando Italy, noto fondo di investimento del Belpaese specializzato nel raccogliere dai bassifondi economici e finanziari aziende in difficoltà per riportarle allo splendore. Un biglietto da visita niente male per la Società che gestisce tra i tanti marchi come Limoni (nota catena di profumerie e cosmetica). Orlando Management Italy ha sede in Lussemburgo e una filiale a Lugano: fondato da Enrico Ceccato e Paolo Scaratti, deve dare risposte concrete su cosa ha intenzione di fare su Fnac e di Fnac.
FUTURO – A fine gennaio 2013 Orlando perfezionerà il passaggio di consegne con la PPR (Pinault-Printemps-Redoute) che esce definitivamente di scena dopo mesi molto ambigui, poco chiari nelle intenzioni e meno nel rispetto di tempi e risposte verso tutti i lavoratori di Fnac Italia. Ora i 600 dipendenti fremono per conoscere il loro destino: in ballo l’ipotetica questione tagli e tanti altri nodi da scegliere come l’offerta di prodotti o il destino dei punti vendita.
COSA SUCCEDE – Il 27 novembre dello scorso anno è stato perfezionato un accordo di massima che sanciva quindi la cessione di insegne e marchio da parte del gruppo francese a quello italiano. La Orlando deve ora approntare un piano industriale serio e di prospettiva concreta per quello che rappresenta un importante patrimonio sulla distribuzione di contenuti culturali nel nostro Paese. Intanto le tre sigle sindacali in prima linea per la tutela dei dipendenti (Filcams-Cigl, Fisascat-Cisl e Uil-TuCS) hanno già chiesto un incontro ai vertici del Fondo: con una lettera congiunta, le OOSS si sono espresse per ottenere riscontro e coinvolgimenti sui futuri piani di sviluppo.
I PUNTI VENDITA – Fnac in Italia è presente in sette città (Torino, Genova, Milano, Firenze, Roma, Verona, Napoli) con otto punti vendita (due nel solo capoluogo piemontese). Quello dei negozi è un punto cruciale delle fortune e del destino dell’insegna nella nostra Penisola: da mesi ormai gli addetti si sono mobilitati alla ricerca di certezze sul proprio futuro ed ora nulla di certo è nelle loro mani. Il barlume di speranza fornito dalla Orlando è sicuramente un inizio, un buon punto di partenza per riprendere un cammino: le speranze sono riposte nell’esperienza e serietà della Orlando e nel suo progetto.
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