Saldi, sempre meno famiglie alla cassa
Il 2012 ha messo le catene al portafogli degli italiani e le cifre lo dimostrano
di Lorenzo Tagliaferri
Venerdì 4 gennaio hanno preso il via i saldi in tutta Italia, dopo l’inizio anticipato del 2 gennaio in Basilicata, Campania e Sicilia. Si prevede che la durata degli sconti, varierà, a seconda della regione, dai 45 ai 60 giorni. La tradizione che si rinnova ogni anno ha, in questo periodo, un significato molto importante e quasi irrinunciabile per chi, in altri periodi dell’anno, non avrebbe possibilità di accedere ad un certo tipo di acquisti.
Il rincaro del paniere ISTAT, con il conseguente aumento dell’inflazione attestatasi il mese scorso al 3% e, quindi, del prezzo dei beni di consumo (in crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2011), ha praticamente legato le mani e chiuso il portafogli degli italiani. Con una tredicesima andata in fumo per assolvere a vecchie e nuove imposte bisogna tirare fuori un fantasioso ingegno per arrivare a vestire se stessi ed i propri figli.
A rendere meno rassicurante il cupo orizzonte intervengono i numeri (certamente attesi) dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, che sottolinea come ad approfittare del periodo dei saldi invernali sarà circa meno del 40% degli italiani (con un numero che si aggira intorno ai 9 milioni di famiglie) con un rapporto generale che sottolinea come solo 4 famiglie su 10 saranno disponibili a spendere soldi per gli acquisti.
Numeri che non solo mettono un punto esclamativo d’allarme sul benessere economico nel nostro Paese, ma che contrastano con i più “rassicuranti” dati forniti da Confcommercio, che sottolinea come, a differenza di quello che si possa pensare, i reparti commerciali vivano in una sorta di equilibrio stagnante. Un processo che alla luce delle cifre dell’economia nazionale del 2012, sembra aver contribuito a tenere a galla le attività commerciali di vendita al dettaglio.
Confcommercio stima che per questi saldi invernali le famiglie che compiranno acquisti saranno 6 su 10, che la maggior parte degli acquisti saranno fatti da donne, da individui tra i 25 ed i 44 anni di età con un titolo di studio medio alto, da occupati e da casalinghe. Ad essere maggiormente ricercati da queste categorie saranno in assoluto i capi d’abbigliamento e le calzature, ai quali seguono gli accessori.
Varieranno sensibilmente, sempre secondo Confcommercio, le cifre spese per gli acquisti. Arriveranno al 68,1% coloro che spenderanno circa 200 euro (rispetto al 56,7% dell’anno scorso), mentre scenderanno sensibilmente sia coloro che spenderanno tra i 200 ed i 400 euro, con una percentuale del 26% circa rispetto al 35,3% dello scorso anno e coloro che spenderanno tra i 400 ed i 500 euro con un calo di oltre 2 punti percentuali (2,2) rispetto al 4,4% dell’anno scorso.
Una previsione più che ottimistica, quella della Confcommercio, che lascia molte perplessità se si va a confrontare con le previsioni dei commercianti che ritengono che a somme fatte i saldi invernali incideranno per una percentuale non superiore al 20% sulle vendite annuali contro il 79,5% dello scorso anno.
Un passivo che è più di un semplice allarme e che mette in evidenza il crollo dei consumi e, di conseguenza, delle disponibilità economiche delle famiglie. I saldi invernali rappresentano un termometro economico importante per l’inizio di questo 2013 e se queste sono le cifre non si preannuncia di certo come un anno memorabile.
Per saperne di più: www.confcommercio.it