Il mattone in difficoltà
Le difficoltà del mercato immobiliare bloccano la nostra economia. Sbloccare il credito per ripartire.
di Andrea Ranelletti
Il mattone soffre: il continuo calo dei prezzi delle abitazioni continua a creare preoccupazione riguardo il presente e il futuro dell’economia italiana. Un mercato immobiliare in salute è sempre stato considerato uno dei più affidabili indicatori del benessere economico di una nazione. Il declino del settore edile italiano lancia quindi un segnale d’allarme sulla possibile ripresa delle nostre finanze nel 2013 e negli anni successivi.
Le rilevazioni compiute dall’Istat sul terzo trimestre del 2012 sono state chiare: nel giro di un anno i prezzi delle abitazioni sono calati del 3,2%. Un calo dovuto all’introduzione dell’Imu e all’impoverimento progressivo delle famiglie italiane che spinge molti a cercar di vendere le seconde case. L’aumento della quantità di abitazioni in vendita va di pari passo con la diminuzione degli acquirenti, accentuando così la tendenza alla svendita. Inoltre, la stretta del credito praticata da numerose banche rende più difficile ai potenziali compratori l’ottenimento dei mutui necessari all’acquisto di una nuova abitazione. La conseguenza è l’avvitamento della crisi, destinata a protrarsi lungo tutto il 2013.
Le previsioni per il 2013 vedono un proseguimento del calo dei prezzi, destinato ad accentuarsi ad un livello compreso tra il 3% e il 5%. Il fenomeno della diminuzione del valore delle abitazioni sta toccando tutta l’Europa: nei giorni scorsi l’agenzia di rating Fitch ha messo in guardia sul declino generalizzato dei mutui residenziali in Europa. Il calo potrebbe arrivare al 13% in Italia e Portogallo e al 15% in Spagna e Grecia; ben più grave la situazione in Irlanda dove si rischia un crollo del 20%.
Tra il 2008 e il 2012 il settore edile in Italia ha visto un calo del 26% degli investimenti, conoscendo un crollo che lo ha portato ai livelli degli anni Settanta. Gli acquisti di abitazioni in aree residenziali hanno subito un calo del 35%, provocando un aumento degli alloggi vuoti. Continua a salire il numero di imprese edili in grave difficoltà.
Nonostante la durezza dei numeri, rimane qualche sicurezza riguardo la fondamentale solidità del nostro mercato immobiliare. L’assenza di bolle speculative sul mattone ci mette al sicuro da eventuali intemperie e permette di mantenere la tranquillità in prospettiva. In Italia la realizzazione di nuove abitazioni non si è mai eccessivamente distaccata dall’effettiva domanda e i prezzi delle case non hanno mai conosciuto una speculazione simile a quella spagnola della prima metà degli anni Duemila.
Quello che serve all’Italia è un insieme di misure che riducano il credit crunch e spingano gli istituti a non accumulare liquidità, fornendola con minor diffidenza a quei clienti che offrono sufficienti garanzie. Sarà questa fiducia a fornire lo slancio necessario alla ripartenza di un’economia contratta e spaventata di fronte a una recessione di cui a fatica si vede il termine.
(Fonte immagine: http://cdn.blogosfere.it)