I sì e i no della Cassazione
169 partiti passano l’approvazione e si candidano alle elezioni
di Camilla Barni
È arrivato il verdetto sulle cosiddette liste civetta presentate giorni fa al Viminale per concorrere alle elezioni politiche che si svolgeranno a febbraio. Come ci si poteva aspettare, su 219 simboli presentati, il Ministero degli Interni ne ha approvati 169, mentre 34 sono quelli da modificare. 16 non sono proprio stati ammessi, per carenza di documentazione. Bocciati una serie di ricorsi promossi da alcuni partiti di punta.
L’esame del Viminale dei 219 simboli ha portato alla bocciatura netta delle liste civetta, o fake, ovvero tutte quelle che richiamavano troppo fedelmente nella grafica e nel nome del candidato partiti già presenti e di maggior visibilità. Tra i simboli che possono tirare un sospiro è presente quello del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, quello di Ingroia e quello di Mario Monti.
Il simbolo di Monti respinto, non è certo quello del Professore, ma del Monti cuneese che si era presentato con una grafica decisamente simile a quella di Mario Monti, candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri per la coalizione di Centro, affiancato da Casini e Fini. Il Monti bis non ha voluto modificare il suo simbolo e questo gli è costato l’eliminazione dalla competizione elettorale.
Samuele Monti ha poi commentato il verdetto della Cassazione dichiarando che: “Pur nel rispetto della decisione della Cassazione, ritengo che oggi sia stato calpestato il diritto di un cittadino di usare il proprio nome in una competizione elettorale. Non sono amareggiato, sono arrabbiato perché i nostri tentativi di andare incontro alle richieste del Viminale sono stati ignorati”
I guai sono però scesi sulla testa dei celtici leghisti, i quali si sono visti bocciare dalla Cassazione il ricorso contro il contrassegno elettorale presentato per la lista “Prima il nord”, ammettendo quest’ultimo alla competizione elettorale. Stessa sorte per i “Fratelli d’Italia”, contro il contrassegno dei “Fratelli d’Italia – Centro destra Nazionale” e del “Partito dei Pensionati” che dovrà concorrere con il partito dei “Pensionati e invalidi giovani insieme”.
Rimangono invece in lista per un posto in Parlamento liste elettorali quali “Bunga Bunga”, “Io non voto”, “Poeti d’azione” e molti altri ancora. Insomma, si è ufficialmente aperta la caccia al posto di Presidente del Consiglio, tra simboli clonati, minacce di ritirata e delusi per la bocciatura della Cassazione.
(fonte immagine: http://tg24.sky.it)