Roma: l’Associazione 21 Luglio ha presentato l’Agenda Rom
Una proposta per invertire un deficit culturale che coinvolge tutta la capitale
di Lorenzo Tagliaferri
L’intento della conferenza stampa tenutasi alla Federazione Nazionale Stampa Italiana, presieduta dal presidente dell’Associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla e dal ricercatore presso l’Osservatorio sul Razzismo e le Diversità, Ulderico Daniele, è chiaro e di importanza strategica riguardo diversi campi della vita sociale. La questione Rom è un punto indispensabile e senza soluzione di continuità sia per una questione interna e cioè, suggerire una soluzione che sia alternativa ai campi, che sempre più sembrano agglomerati figli di una sorta di apartheid, sia per una questione esterna dati i continui richiami delle commissioni europee per violazione dei diritti umani.
L’Associazione 21 Luglio propone una soluzione che sia adeguata non solo a modificare l’impiego logistico delle risorse fin qui utilizzate e quasi sempre spese con un nulla di fatto come risultato, ma anche a dare una decisa modifica alle modalità di intervento nei diversi casi nei quali si andrà ad intervenire. Non più una risposta passiva di gruppi di famiglie Rom che si vedono spostate come pedine da un campo ad un altro, ma un deciso coinvolgimento dell’utenza al fine di produrre una sorta di processo di “inclusione”, un’apertura che sia più adeguata per l’integrazione di persone che altrimenti sarebbero inevitabilmente escluse.
L’Agenda Rom si compone di sei punti: l’abbandono dell’approccio “emergenziale” incentrato sugli aspetti della sicurezza e del controllo, spostando l’obiettivo prioritario sull’inclusione sociale; destinare interventi futuri alle singole famiglie rom fornendo loro maggiori alternative per le soluzioni abitative come alloggi sociali, recupero di patrimonio dismesso ecc.; regolarizzare gli “apolidi di fatto”; azioni di sensibilizzazione e di formazione per il superamento di stereotipi e pregiudizi sull’universo rom verso una maggiore conoscenza interattiva reale; la riconversione lavorativa per gli operatori delle organizzazioni che prestano servizio all’interno dei “villaggi attrezzati”; una maggiore attenzione alle fasce deboli attraverso percorsi formativi e lavorativi. Punti che convergono tutti su determinati obiettivi da realizzarsi nell’arco temporale dei prossimi 5 anni.
Obiettivi che riguardano la chiusura graduale e progressiva di 8 “villaggi attrezzati”; la messa a norma dei “campi tollerati” interni al Grande Raccordo Anulare nella prospettiva di una loro definitiva chiusura negli anni successivi; la sospensione di ogni azione di sgombero e trasferimento forzato che non sia in linea con quanto previsto dalle convenzioni internazionali e prevedendo sistemazioni alloggiative per quanti privi di alloggio adeguato.
In special modo sulla questione “villaggi attrezzati” il presidente Stasolla, è molto determinato: “I villaggi attrezzati vanno chiusi indipendentemente dalla volontà di chi ci abita”, facendo riferimento alle situazioni di degrado che si sono sviluppate al loro interno e puntando lo sguardo su una condizione nuova che includa non solo un cambiamento strutturale ma anche un cambiamento culturale bilaterale.
L’iniziativa si evidenzia come un importante punto di programma di una campagna elettorale che non vive solo di emergenze economiche, ma anche e soprattutto, di emergenze sociali. Privare una popolazione di benessere sociale è il primo passo verso il degrado economico spingendo al rialzo tutti gli aspetti più distorsivi di un fenomeno che ormai da sempre risponde meritatamente ai canoni dello stereotipo e del pregiudizio.
Per saperne di più: www.21luglio.org