Roma, i rifiuti che nessuno vuole
Proteste e dissapori in tutto il Lazio nei siti individuati per ospitare i rifiuti capitolini
di Vito Graffeo
Il problema della gestione e smaltimento rifiuti nel Lazio è sempre più un tasto dolente che la vecchia amministrazione non ha saputo gestire e il futuro direttivo regionale dovrà affrontare seriamente al prossimo insediamento. Un’emergenza partita dalla Capitale e che sta contagiando tutte le altre Province, già per loro conto in leggera difficoltà nel fronteggiare le proprie necessità in tal senso. In particolare, da Viterbo, Albano Laziale, Castelforte (Latina) e Colfelice (Frosinone) sta prendendo forma l’opposizione delle Comunità interessate al decreto voluto dal ministro Clini per “portare” i rifiuti in un sito che non sia più la famigerata Malagrotta (che vive di proroghe).
FROSINONE – Levata di scudi in Ciociaria dove una cinquantina di sindaci si sono già fermamente opposti a ricevere ogni quantitativo proveniente da Roma in particolare. Le difficoltà, acuite anche dalla non idoneità complessiva dell’impianto SAF, devono cozzare anche contro la ferma opposizione dei sindaci di Colfelice, Roccasecca, Pontecorvo, San Giovanni Incarico e Ceprano che non vogliono nemmeno sentir parlare degli ipotetici 4 mesi. Motivo principale della contrarietà, la tutela di salute delle popolazioni che in quei territori godono invece di aria salubre e non merita un’invasione di proporzioni inaccettabili (basti pensare alle 400 tonnellate per i 120 giorni). Il suddetto impianto è gestito proprio dai singoli comuni i cui primi cittadini rappresentano la figura di Soci.
VITERBO – Nella Tuscia serpeggia malcontento e lo scorso weekend era prevista una manifestazione di protesta che però non ha ottenuto riscontri significativi nella popolazione. Uniche forze presenti Casapound e La Destra. Presenti alcuni amministratori locali, accorsi a Casale Bussi per confermare il “no” alla ricezione di rifiuti da Roma.
ALBANO LAZIALE – Ad oggi la ridente località dei Castelli è l’unica ad aver ricevuto e trattato le quantità dirottate dai camion nell’impianto TBM (Trattamento Biologico Meccanico) di Roncigliano. Continuano a protestare gli esponenti del Comitato No Inc che hanno accolto con disapprovazione l’arrivo dei cinque camion provenienti da Roma.
CASTELFORTE – Il sito pontino, inizialmente individuato da dicastero, sembra non poter più rispondere a livello tecnico per le esigenze prefissate dal decreto. In particolare, la proprietà dell’impianto ha reso noto alle Autorità impegnate che il Csa di Castelforte è adibito alla selezione e cernita di rifiuti su base comunale e non per il trattamento delle tonnellate di rifiuti preventivate (circa 11.000).
L’emergenza rifiuti di Roma, affidata al Commissario Sottile, presenta risvolti inattesi e di complessa sopportazione per popolazione e territori che rischiano di vedersi riversate anche centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti, frutto per lo più di una pessima gestione dissennata a livello di Assessorato e di Direttivo Comunale. Un quadro sconcertante e poco edificante che evidenza l’inadeguatezza di molte soluzioni e l’incapacità di saper prevenire da parte ci chi governa. L’ennesima conferma che a livello politico comunale e regionale si trovano solo soluzioni a casi estremi che nulla hanno a che vedere con la tutela e rispetto del territorio nonché delle realtà che si vedono “considerate” solo per ospitare immondizia.
Per saperne di più:
PROTESTE A COLFELICE
VITERBO, IL SIT-IN FLOP
I SITI INDIVIDUATI DAL MINISTRO CLINI
IL DECRETO CLINI
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