Un 2013 di Guggenheim
Un 2013 ricco di eventi per il Guggenheim di Venezia
di Alessia Signorelli
Alle spalle, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, si è lasciata un 2012 che ha contato la bellezza di oltre 372mila presenze (la retrospettiva su Capogrossi, visitabile fino al 10 febbraio, ha già raggiunto i 95mila visitatori) e l’integrazione della donazione della Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulof, che conta un totale di 80 opere e che sarà visibile in occasione della 55esima Biennale d’Arte, prevista per la fine di maggio.
E il 2013 non si prospetta da meno. Il calendario espositivo di quest’anno, punta sulle avanguardie “seminali”, sui momenti di cambiamento ed evoluzione dell’arte, avvenuti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento.
Si comincia con “Gli Anni Sessanta nelle Collezioni Guggenheim. Oltre l’Informale, verso la Pop Art” (9 febbraio – 12 maggio), a cura di Luca Massimo Barbero, che verrà, però, ospitata fuori dai confini della Collezione, a Vercelli, nella ex Chiesa di San Marco, sede dello spazio espositivo Arca, giunto alla sua sesta edizione ed ideato dallo stesso Barbero.
Si tratterà di uno sguardo d’insieme sull’arte degli anni Sessanta, analizzandone le origini, le influenze e l’eredità, attraverso l’esplorazione dello scambio culturale tra Europa e Stati Uniti e l’esposizione dei lavori di alcuni tra i protagonisti di maggior rilievo dell’epoca, come Jan Dubuff, il catalano Antoni Tapies, scomparso proprio nel 2012, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein e (l’immancabile) Andy Warhol.
Segue a ruota (ma stavolta rientriamo al Guggenheim di Venezia) “Postwar. Artisti Italiani” (23 febbraio – 15 aprile), sempre a cura di Luca Massimo Barbero, che si preoccuperà, attraverso la suddivisione in cinque sale monografiche, di raccontare la storia dell’arte italiana del secondo dopoguerra attraverso le opere di Lucio Fontana, Piero Dorazio, Enrico Castellani, Paolo Scheggi e Rodolfo Aricò, partendo proprio da Lucio Fontana, e studiando l’evoluzione artistica del nostro Paese, attraverso l’utilizzo del monocromo e il superamento dell’Informale.
Dal 26 maggio all 8 settembre, a “tenere banco”, ci sarà la mostra dedicata a Robert Motherwell, intitolata proprio “Robert Motherwell: i primi collages”, tutta concentrata sulle sperimentazioni, avvenute tra gli anni ’40 e i primi ’50, dell’artista con l’idea e la tecnica dei papiers collés, e l’influenza dell’Espressionismo astratto sulle opere stesse. La mostra sarà composta da 60 opere provenienti da istituzioni e collezioni private internazionali e sarà accompagnata da un catalogo che fornirà le basi per nuovi studi concernenti le tecniche utilizzate da Motherwell.
A chiudere in bellezza questo 2013, ci penseranno “Le Avanguardie Parigine Fin de Siècle: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei”, in programma dal 29 settembre al 6 gennaio 2014, dove,attraverso l’esposizione di 100 dipinti, saranno raccontate le avanguardie francesi di fine Ottocento, tramite le opere degli artisti Neo – Impressionisti, dei Nabis e dei Simbolisti e di alcuni tra i maggiori esponenti di questi movimenti: da Paul Signac a Maximilien Luce, da Pierre Bonnard a Maurice Denis, da Felix Valotton a Odilon Redon. Anche per questa mostra, un ruolo di rilievo sarà coperto dal catalogo, che, raccogliendo le opere di importanti studiosi internazionali, offrirà l’opportunità di approfondire questa fondamentale sezione di arte francese.
Quattro appuntamenti con l’arte sicuramente da non perdere.