Il Paese senza memoria
La proposta shock di Berlusconi e la grande defezione degli italiani
di Samuele Sassu
Sempre la stessa, patetica e pericolosa storia. A venti giorni dalle elezioni, la proposta shock – atto secondo – di Silvio Berlusconi: restituzione dell’Imu agli italiani e successiva cancellazione dell’imposta sulla prima casa. “Per la prima volta – afferma gaudente il Cavaliere – le famiglie sorrideranno ricevendo una lettera dal fisco”. Come nel 2008, con l’annunciata cancellazione dell’Ici, il Pdl tenta di risollevarsi davanti agli elettori dai disastri combinati negli ultimi anni.
L’attesissima conferenza stampa milanese si è svolta e ha lasciato il segno. Davanti al suo pubblico e allo Stato maggiore del Pdl, con Alfano, Brunetta, Santanchè, Romani e Capezzone in prima fila, sferra l’ultimo, sorprendente attacco alla campagna elettorale e agli avversari, Monti in particolare. Il governo tecnico, che l’anno scorso ha segnato la fine del suo governo, viene accusato di aver sovvertito la volontà popolare, di aver lasciato il Paese in recessione, condannando cittadini e imprese a una pressione fiscale senza precedenti. Adesso però, è tornato il Cavaliere, l’unico in grado di salvare l’Italia da tecnici, comunisti, banchieri e così via.
Restituzione dell’Imu e successiva cancellazione, dunque. E tutto in un mese, già a partire dal primo Consiglio dei ministri. Annuncia Silvio: “Se una famiglia ha pagato 1.200 euro, riavrà 1.200 euro”. E la copertura per realizzare questo miracolo? Questa la parte migliore: un accordo fiscale con la Svizzera per la tassazione di tutte le attività finanziarie dei cittadini italiani detenute proprio in questo Paese. Il gettito sarà di 25-30 miliardi una tantum e poi diventerà di 5 miliardi all’anno. Genio e sregolatezza di matrice berlusconiana.
Oltre alla solita retorica sulla sacralità della casa, Silvio attacca duramente anche sull’Irap, definita come “un’imposta rapina che grava sulle imprese” che verrà abolita per 5 anni, promette che non ci sarà alcuna patrimoniale, non aumenterà l’Iva e la spesa pubblica verrà ridotta di 16 miliardi l’anno. Verranno tagliati i costi della politica, dimezzati i parlamentari, il finanziamento pubblico dei partiti sarà abolito. La presentazione del progetto si conclude con una “ricetta liberale per il benessere”: meno tasse per tutti, guarda caso.
Inoltre, si propone come futuro ministro dell’Economia, una volta ottenuto il benestare del futuro presidente del Consiglio, Angelino Alfano. Il tripudio dei fan, l’ennesimo grande ritorno è sancito, la vittoria, secondo Berlusconi, è a portata di mano: “Siamo sicuri di vincere e vinceremo”.
Le reazioni degli avversari non si fanno attendere. Il primo a lanciarsi è proprio Mario Monti: “Berlusconi ha governato per tanti anni e non ha mantenuto una sola delle promesse fatte”. Colo solito humor, il Professore sottolinea più i problemi creati dal Cavaliere che alla fine ha dovuto lasciare. “Gli italiani – conclude Monti – hanno buona memoria”.
Casini parla di un grande venditore in grado di “vendere a chiunque un’automobile senza motore”. Per Anna Finocchiaro, “la solita minestra, bugie, promesse irrealizzabili”. In una parola, demagogia. Perfino Rosy Bindi, in uno dei rari momenti di lucidità politica, fa notare che quando era al governo, Silvio aveva rifiutato di fare l’accordo con la Svizzera, come proposto dal Pd. Gianfranco Fini liquida tutto con una battuta: “Nel secondo Cdm, farà un decreto per garantire la vincita certa ai giocatori del Lotto”.
Ilarità a parte, il pericolo dettato dall’ultima mossa di Berlusconi è lo stesso di cinque anni fa, quando riuscì a recuperare un’importante fetta di voti sul filo del rasoio, riuscendo a compromettere il governo di Prodi. Chiunque pensa che tutto ciò non potrà ripetersi da qui a poco, sbaglia di grosso. Perché, nonostante le speranze degli avversari politici del Cavaliere, gli italiani hanno dimostrato una grossa defezione, negli ultimi vent’anni: la scarsissima memoria.
(fonte immagine: http://notizie.tiscali.it/)