Basket: Acea Roma fuori con onore
La Virtus soffre, lotta e rimane in partita per 35’ poi la qualità di Varese ha la meglio: 81-71
di Samuele Perotti (@samueleperotti)
Serviva l’impresa per centrare la finale. L’Acea pur commettendo molti errori c’ha provato. Ha dimenticato le rotazioni corte, la serata storta di uomini fondamentali, uno su tutti Gigi Datome, ed è rimasta aggrappa al match per 35’. A questo punto, complice anche la situazione falli di Roma, è uscita la maggiore qualità e freschezza di Varese che trascinata da Ere, un incredibile Sakota e dalla fisicità di Dunston ha piazzato l’allungo decisivo (21-10). Coach Calvani è orgoglioso: “Ci dispiace perché l’obbiettivo era andare in finale ma usciamo a testa alta, per quello che abbiamo fatto in questi 5 mesi”.
L’inizio della squadra capitolina è contratto. La tensione si fa sentire e Varese ne approfitta guidando il ritmo del match sin dai primi secondi, con una difesa aggressiva e soprattutto con una straordinaria precisione da dietro l’arco (3 triple nei primi 10’). Proprio questo sarà uno dei motivi della sconfitta finale. La Virtus, che ha in questo fondamentale una delle sue armi micidiali (37% in campionato) incappa in una pessima serata e chiude con 3/21. Dall’altro lato del campo invece, la Cimberio approfitta della solita eccessiva libertà dalla lunga distanza. Le statistiche dicono 13/25 con i biancorossi che utilizzano questi tiri per allungare e tenere a distanza l’Acea.
La partita resta molto tattica anche nel secondo parziale. Varese con un minimo sforzo allunga fino al +10, trascinato da Sakota (7 punti). A questo punto si sveglia la Virtus che grazie a Taylor e l’intensità di Datome va all’intervallo lungo sul 32-35. Il capitano ci mette tanto cuore e fisicità (8 rimbalzi) ma queste sono le sue uniche armi di giornata. Proprio nella partita più importante il sardo stecca: soffre la marcatura avversaria e questo lo spinge a forza le soluzioni offensive. Alla fine per lui 11 punti con un pessimo 4/16 dal campo. Le difficoltà del numero 13 vengono sopperite da Taylor, che dimostra a tutti di aver completato il processo di maturazione. Sempre presente anche in difesa, le sue penetrazioni sono difficili da tenere: 20 punti e tanta qualità.
La Cimberio non ha fatto un match brillante ma con il gruppo e le risorse della panchina ha fatto valere la sua superiorità. L’arma in più di Vitucci è stato a sorpresa Sakota. Il serbo si alza dalla panchina e realizza 21 punti grazie ad un 7/9 dal campo (5/7 da 3). Nei momenti di difficoltà è Ere a fornire le certezze ai lombardi. Il capitano non solo annulla Datome ma in attacco decide sempre per la cosa giusta (23 punti, 6 rimbalzi). Dunston non realizza una grande gara in fase offensiva, solo 9 punti, ma la sua fisicità domina in difesa (5 stoppate, 6 rimbalzi).
Nel 3° quarto come accade spesso , Roma torna in campo concentrata, cattiva e grazie anche a pressing a tutto campo si porta in vantaggio (53-52 al 30’). Protagonista indiscusso Phil Goss che finalmente torna sui suoi livelli. 8 punti in questi minuti, saranno 19 alla fine, per lui che per lunghi tratti ha trascinato i suoi a suon di giocate e tiri pesanti. L’altra faccia della medaglia dice però che alla lunga è costretto a forzare le soluzioni e così si spiegano le 6 perse. Questo è un’altra spiegazione della sconfitta della Virtus. Se si vuole provare a battere la capolista, infatti, non ci si può permettere di buttare al vento 22 palloni (così come ha fatto la stessa Varese).
Nell’ultimo periodo l’Acea accetta la lotta punto a punto con i lombardi. I capitolini sfruttano la serata no di Mike Green (11 punti) che non sembra lucido, e al 35’ sono avanti 61-60. La partita sembra avviata verso un finale punto a punto ma l’Acea va in tilt quando nel giro di un minuto perde per 5 falli Czyz, Lawal e Jones. Proprio la pessima prestazione dei pivot romani sono l’ultima causa del ko. Il giovane polacco (4 punti, 3 rimbalzi, 3 perse) e l’americano (4 punti, 7 rimbalzi, 3 perse) sono nervosi, confusionari e di fatto non entrano mai in partita. In difesa non coprono e in attacco commettono continuamente passi. Chi invece stupisce in positivo è Bobby Jones, che partito in quintetto cerca di sopperire ai passaggi a vuoto dei compagni. Tanto cuore per lui che chiude il match con 9 punti e 11 rimbalzi.
La maggiore qualità degli avversari si fa sentire nel finale quando a Roma iniziano a mancare le energie e soprattutto si deve affidare ad un quintetto eccessivamente basso. Varese sfrutta a pieno il tiro da tre (4/6) e i tiri liberi e la grinta che l’Acea ci mette sempre non basta. Il finale dice 81-71 Varese che così ottiene la sua prima finale di Coppa Italia da quando ci sono le Final Eight.
Cimberio Varese – Acea Virtus Roma 81-71 (18-10, 35-32, 52-53)
Cimberio Varese: Sakota 21, Banks 7, Rush 4, Talts, De Nicolao 3, Green 11, Balanzoni ne, Bertoglio ne, Cerella ne, Ere 23, Polonara 3, Dunston 9. All. Vitucci
Acea Virtus Roma: Goss 19, Jones 9, Tambone, Tonolli ne, Gorrieri ne, D’Ercole 2, Datome 11, Di Giacomo ne, Taylor 20, Lawal 4, Czyz 4, Lorant 2. All. Calvani