Seguendo l’impronta di His Clancyness
Ecco le qualità e gli “stati” che si celano dietro Jonathan Clancy e il suo gruppo. Sempre on the road, presto su un volo per NYC
di Valentina Palermi
Dopo i progetti portati avanti con Settlefish e A Classic Education, Jonathan Clancy, canadese di Ottawa che da anni ha fatto di Bologna, e dell’Italia, la sua seconda casa, “matura” consapevolmente, e ci riesce, la sua dimensione solista.
Ma metti l’elettiva affinità con i propri amici o una naturale esigenza personale, ecco che His Clancyness diventa un’esperienza di gruppo. “A me piace la dimensione band, c’è poco da fare! Mi piace suonare con i miei amici”, ci rivela Jonathan (voce e chitarra). “Gli A Classic Education sono la mia gang, mi piace quella sensazione, fratelli on the road. Con His Clancyness ho avuto la possibilità di coinvolgere sin da subito alcuni dei miei migliori amici come Paul Pieretto (basso), Jacopo Borazzo (batteria) e Giulia Mazza (tastiere e voce)”, oltre naturalmente alla new entry “Emanuela Drei (degli Heike has the giggles – basso, campionatore e voce -), che ultimamente si è aggiunta”.
“I pezzi hanno bisogno di un gruppo per essere suonati live e sono stati pensati così, in studio li abbiamo registrati in tre [Jonathan, Paul e Jacopo]” aggiunge. È una formazione in pieno e mutevole divenire questa: “Per me è una cosa naturale. Non c’è niente di meglio di salire su un furgone con i propri migliori amici e cantare ogni sera per 45 minuti le proprie canzoni”. L’inizio di quest’anno ha significato anche l’apertura del loro tour europeo. Dopo la prima data bolognese nello Showcase @ Sfera Cubica, sono infatti partiti alla volta dell’Eurosonic Festival 2013, con Paul a seguirli da casa, raccontando nel loro Tour Diary di chilometri macinati tra Paesi Bassi, Belgio e Francia, per poi tornare nuovamente in Patria.
Un’occasione per portare a “fare un giro” la loro musica, un insieme di dream-pop e cantautorato, con rarefatte sonorità spaziali, elettroniche e psichedeliche, a braccetto con ritmi folk e rock, il tutto riempito, in un breve spazio, da parole “romanticamente” sussurrate. Nel loro album Always Mist Revisited, effettiva reinterpretazione di Always Mist del 2010, arrivano con sedici tracce a creare atmosfere confuse, e ad allenarci “how to breathe gently”: l’aria sembra l’elemento principale che accompagna l’ascolto di questo lavoro, come nelle cover di Ariel Pink (“Can’t hear my eyes”) e degli Everly Brothers d’antan (“Memories are made of this”), per poi sentirsi umidamente avvolti da gocce d’acqua, propriamente nebbiose in “Clear the mist”, o fresche come in “Summer Majestic” (definito uno dei migliori dalla rivista Rolling Stone in una delle passate stagioni).
Le influenze di Beck e di un intricato sottobosco che ti cattura, difficilmente ti lasciano libero, costringendoti a socchiudere gli occhi per metabolizzare le note, o per proteggerli dal sole che sembra farsi a volte strada tra le nuvole. Così come l’impronta internazionale si sente (inevitabilmente in “Ottawa Backfired Soon”, e “How it’s done in Italy” – cover del duo island-svedese My bubba & mi) e si apprezza fino a far dimenticare che sono italiani di nascita e d’adozione: “Avevamo già suonato tempo fa in UK agli esordi e anche negli Stati Uniti. Sì, sicuramente continueremo a suonare il più possibile in giro”
Aderiscono da bravi al collettivo “We were never being boring” e salutano dal loro sito con un “see u on the road”. Pensano di spingersi di più all’estero, guardando anche alla loro prossima performance in NYC (più precisamente alla Glasslands Gallery di Brooklyn), magari saltando da una città all’altra del mondo: “Quando poi uscirà l’album allora sarà un assalto a tutte le città senza preclusioni. La strada per noi è la nostra casa”.
Ecco, il prossimo album. Con il produttore Chris Koltay (Atlas Sound, Lotus Plaza, Akron/Family, Liars, Dirtbombs) hanno registrato da poco a Detroit l’ultimo lavoro, che dovrebbe uscire prossimamente: “A breve sapremo come e quando uscirà il disco. Non c’è nessuno streaming al momento”.
Nonostante per il momento abbiano terminato di girare l’Italia, facendo tappa al Loop di Osimo (AN) lo scorso 8 febbraio, ci auguriamo di rivederli presto nei dintorni. Anche perché “l’unico posto dove sentire le canzoni nuove è dal vivo, proprio nella dimensione che piace a noi”.