Tagli selvaggi in RCS, a rischio 800 posti di lavoro
La situazione economica del gruppo avrà gravi ricadute in diversi comparti
di Lorenzo Tagliaferri
È stato l’Amministratore delegato Pietro Scott Jovane a far intendere che le cose in RCS Mediagroup non vanno affatto bene. L’Ad ha specificato che i tagli che riguardano il gruppo editoriale saranno pesanti e riguarderanno tutti i settori della società. Nello specifico vale la pena citare qualche numero, anche se siamo ancora sul campo delle ipotesi. I tagli riguarderanno ogni area: 100 per il Corriere della Sera, 58 prepensionamenti per i poligrafici della Quotidiani, 50 alla Gazzetta dello Sport e tra i 90 e i 110 posti per i periodici.
Anche per le altre divisioni sono previsti ulteriori tagli. Si parla di 100-120 unità per la Corporate, 40 per la concessionaria di pubblicità e tra gli 80 e i 100 posti alla Libri. Siamo vicini alla soglia degli 800 posti in esubero, 640 dei quali solamente in Italia. A dare un peso emotivo alla situazione di RCS c’è la notizia che vuole lo smantellamento degli uffici del Corriere e della Gazzetta nella storica sede di via Solferino, trasferendo il tutto nel nuovo polo in via Rizzoli.
Più nebulosa e drammatica la vicenda che riguarda la sezione periodici della RCS. Si parla della possibilità di vendere, nell’arco di tempo dei prossimi due o tre mesi, un numero identificabile nella decina di testate. I nomi che circolano sono quelli di A, Astra, Brava Casa, L’Europeo, Max, Novella 2000, Ok salute, Visto, Yacht&Sail e tutto il polo dell’enigmistica. La mancata vendita ad altri acquirenti di questi periodici porterebbe direttamente alla chiusura degli stessi con le ricadute occupazionali che tutti possiamo immaginare.
In questo quadro drammatico si colloca l’aumento di capitale previsto per l’azienda e quantificabile in circa 400 milioni di euro e la rinegoziazione di linee di credito in scadenza nel prossimo autunno per circa un miliardo di euro. Nell’immediato da segnalare il gesto, dettato dall’emergenza, compiuto dal presidente Angelo Provasoli, da Scott Jovane e dai suoi collaboratori di ridursi le remunerazioni personali del 10%.
L’emergenza colpirà soprattutto, ovviamente, chi nel polo di RCS ci lavora e in questa ottica si inquadra la scelta del Comitato di Redazione del Corriere della Sera di redarre un documento in tre punti che possa funzionare da “tabella di marcia” e che prevede la proclamazione di uno o più giorni di sciopero che coinvolga tutti gli impiegati nel gruppo RCS, una serie di interventi tematici, da qui ai primi giorni di marzo, al fine di chiarire gli errori di gestione che hanno portato a questa situazione, con successiva messa in campo di soluzioni per uscire indenni da questa crisi. Sarebbe prevista anche un’assemblea dei giornalisti con invitato speciale, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, al fine di sensibilizzare l’amministrazione della città sull’emergenza.
La situazione di RCS sembra essere la spia di un più ampio allarme generale che riguarda le problematiche di gestione delle spese per il comparto dell’editoria. Sicuramente l’inizio di una nuova era nell’informazione giornalistica, la caduta della comunicazione attraverso la carta stampata e la nascita di nuove linee di informazione con numeri di tutto rispetto, a partire da quei 1.200.000, e oltre, lettori unici di media che ogni giorno accedono ai contenuti online del Corriere della Sera nel 2012 (dati Audiweb).