Contro la crisi, Incroyable Comestible
Un orto in giardino e nei parchi pubblici: la Francia lancia la nuova sfida, raccolta in tutto il pianeta. In Italia “risponde” San Bonifacio, vicino Verona
di Sara Gullace
Una rivoluzione commestibile. Da frutta, verdura e ortaggi nasce e si diffonde un nuovo modo di sostentarsi. Coltivare e condividere: il giardino di casa, le aiuole della strada, i parchi pubblici sono i nuovi orti, gestiti per iniziativa personale e messi a disposizione del vicino, del passante, della comunità.
Non utopia ma realtà, molto più diffusa di quanto potremmo credere. Nata nel 2008 nella cittadina inglese di Todmorden su iniziativa degli stessi abitanti colpiti dalla pressione della crisi, è stata successivamente esportata in Francia e, da qui, diffusa in tutto il mondo.
La semina, mai come in questo caso, è stata facilitata dai social network, Facebook in primis, ed il raccolto sta dando i suoi frutti nei 5 continenti. Dall’Australia al Giappone, dal Canada alla Spagna, “Incredible Edible” (così nell’originaria versione inglese) è il nuovo stile di vita di migliaia di persone.
In Francia, a Saint-Nazaire, nella regione della Loire-Atlantique, arriva grazie a François Ruollay il 34enne testimone di Edible Commestible che ha deciso di esportare l’idea in patria. Rimasto entusiasta di quanto fatto Oltremanica, Ruollay ha spiegato come il movimento abbia avuto valenza di portata sociale: ”Per ricostruire i legami in un momento di grave difficoltà – ha detto -, gli abitanti hanno pensato di trasformare in un orto un giardino e di aggiungere la scritta ‘Food to share’. Poi l’idea si è sviluppata un pò ovunque, dai cortili delle scuole fino allo spazio antistante i commissariati di polizia. Questo – ha concluso François -, non solo ha permesso di rinsaldare la comunità, ma ha ridato il gusto di consumare cibi locali“.
Quello di Todmorden è un esempio di ripresa di una comunità fondato su condivisione e collaborazione che hanno velocemente rubato la scena ad antagonismo e competizione.
Ed è esattamente l’obiettivo di Incroyables Comestible trasmettere la sensazione che i momenti di crisi collettiva, come quello che stiamo vivendo, possono essere superati con cooperazione e co-responsabilità. Con il coraggio di fare il primo passo per dimostrare che se il mio comportamento prevede anche il benessere di chi mi sta accanto, posso aspettarmi , in risposta, uguale trattamento. E ciò non significa avere un tornaconto pari e immediato quanto, piuttosto, innescare un senso di fiducia collettiva che rinsaldi la società in cui viviamo.
Mettere in pratica un’economia di questo genere richiede spazio verde condivisibile. L’urbanistica metropolitana con i suoi palazzoni e le poche aiuole immerse nello smog si presta meno, è vero, ma non bisogna sottovalutare il ruolo di parchi e giardini pubblici: già di per sé stessi luogo di incontro e di svago, possono essere luogo ideale per i nuovi orti.
Del resto, come insegna l’esperienza francese, per iniziare l’avventura basta decidere di farlo: un cartello con su scritto “Nourriture à partager” ed il primo pomodoro, il primo basilico piantato ed il gioco è fatto.
Quello che viene dopo è la sensibilizzazione della comunità: il passaparola tra conoscenti, la partecipazione ad eventi collettivi, internet e, certamente, il coinvolgimento dei dirigenti politici locali affinché un piccolo orto condiviso diventi una strategia di scambio.
Per farsi conoscere, il web: già adesso possiamo essere al corrente di tutte le iniziative intraprese nei diversi Paesi, delle modalità utilizzate e dei successi raggiunti. Quasi ogni nazione vanta un gruppo su Facebook o un blog dedicato dove abbiamo la possibilità di leggere l’opinione delle persone di tutte le parti del mondo.
E l’Italia? Il Cibo da Condividere è arrivato da pochi mesi a San Bonifacio, in provincia di Verona, proprio grazie al passaparola sull’esperienza di Todmorden. Sulla pagina Facebook, un commento inquadra perfettamente le intenzioni: “Non è solo l’insalata… ma se ciascuno mette davanti a casa propria una piantina da condividere, ci si allena ad essere più disponibili all’altro“.
Per saperne di più:
www.incredible-edible.info