Il conclave di Grillo
I grillini eletti si trovano a Roma per conoscersi e decidere come affrontar il nuovo ruolo
di Camilla Barni
Gli occhi degli italiani e della politica italiana sono tutti puntati sul conclave. Ma questa volta il Vaticano non c’entra proprio nulla. Quello a cui ci riferiamo è quello del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che vede i 163 eletti del movimento riuniti in grande segreto a Roma. Tutti insieme dovranno decidere quale linea politica adottare nelle prossime settimane davanti al Parlamento e come procedere con le alleanze. Intanto, i nuovi eletti cominciano a fare le prime figuracce su domande molto semplici, quali le modalità per eleggere il Presidente della Repubblica e molto altro.
Il conclave è iniziato domenica a Roma, presso l’Hotel Saint John. Tutto in gran segreto per evitare i giornalisti. Ma prima o poi qualcuno del Movimento 5 stelle si ricorderà di essere in Italia e di doversi confrontare anche con i giornalisti italiani? Comunque, provenienti da tutto il Paese, i neoeletti del M5S arrivano nella loro nuova città per incontrarsi con il loro leader e dibattere su molti temi scottanti.
Sull’incontro tutto tace, nessuno parla, una sorta di patto omertoso, da camerata. Grillo arriverà solo lunedì a Roma per conoscere per la prima volta molti dei suoi eletti. I lavori dureranno diversi giorni. Si dovrà decidere come e cosa fare, che linea politica tenere e come affrontare temi quali il lavoro, la precarietà economica del Paese, la nuova legge elettorale, ma soprattutto si dovrà scegliere come muoversi nel minato campo delle alleanze. Ma a sentire le ultime dichiarazioni dei grillini e di Grillo, sembra che quest’ultimo tema sia davvero scottante.
Molti partiti stanno chiedendo a Grillo e al suo movimento di votare un governo per il bene del Paese, di scendere a compromessi e a discutere insieme di quello che questa classe politica appena eletta può fare per migliorare l’Italia. Ma questo non succederà, almeno da quanto lasciano intendere le dichiarazioni provenienti da diverse voci del M5S. Quindi, data la forte carica rivoluzionaria del movimento di Grillo, probabilmente si tornerà alle urne molto presto, costringendo il Paese ad affrontare una spesa di parecchi milioni di euro. Peccato, caro Grillo, che il nostro Paese questa spesa non se la possa permettere.
“Non siamo in vendita” ha tuonato Beppe Grillo davanti a Bersani, Renzi e Vendola. Il leader di Sel risponde che il leader del M5S vuole solo “l’inciucio tra PD e Pdl, vuole il governassimo per poi gridare allo scandalo”. L’unica alternativa, sempre secondo Vendola, è quella di porre Grillo e i grillini davanti alle “loro responsabilità, metterlo davanti ai dolori e alle pene dell’Italia e proporgli un governo di programma di altissima qualità e di riforme audaci”.
Grillo non risponde se non con insulti e con l’allontanamento della stampa italiana, oppure dando a Renzi della “faccia da culo”, mantenendo una veste rivoluzionaria che forse adesso non serve più. Non vuole scendere a compromessi con “i politici di professione”, ma essere un professionista della politica non è un reato e nemmeno una vergogna. Forse è più vergognoso che un parlamentare non sappia come si elegga il Presidente della Repubblica, o di non sapere il numero esatto di deputati e senatori che il movimento vuole dimezzare.
Insomma, tra dichiarazioni di alleanza, tra aperture dalla sinistra verso il centro, la destra e i grillini, il nuovo governo stenta a formarsi e l’incubo di dover ritornare nuovamente alle urne è quasi certezza. Tutto dipenderà anche dai giovani del Movimento 5 stelle e di come decideranno di comportarsi. Intanto hanno almeno iniziato a prendere ripetizioni di diritto e storia parlamentare, giusto per capire almeno in quanti saranno dentro al palazzone del potere.
(fonte immagine: http://cronachelaiche.globalist.it/)