La Primavera si è fermata a Tripoli?
Gheddafi, la Libia, i ribelli e l’interventismo occidentale
di Guglielmo Sano
La Libia è un Paese problematico e instabile da sempre. Italiani, francesi e inglesi lo sanno bene. Desertico e assolato, diviso etnicamente e politicamente, ha sempre dato filo da torcere a tutti coloro che hanno cercato di colonizzarlo ma anche a tutti coloro che hanno provato semplicemente a governarlo.
Tuttavia la Libia nasconde un tesoro nel suo sottosuolo: il petrolio, tantissimo petrolio. L’approvvigionamento energetico è una priorità nello scenario economico mondiale e utilizzando questa chiave di lettura è possibile spiegare i fatti che hanno scosso il Paese nordafricano a cominciare dal 2011, sulla scia della “primavera araba”: il rinnovamento libico potrebbe essere solo un nuovo modo di chiamare un vecchio tipo di sfruttamento.
Un Paese problematico e difficilmente governabile l’abbiamo già detto, eppure un uomo è riuscito a mettere a tacere le lotte tribali e arginare le ingerenze internazionali. Muammar Gheddafi riuscì a stabilizzare la situazione della Libia per molto tempo, come nessuno era mai riuscito a fare. Quando nel 1969 con un colpo di Stato conquistò il potere, detronizzando il monarca appoggiato dalle potenze straniere, Gheddafi era socialista. Ha persino riassunto in un libretto il suo credo politico, un libretto “verde”, in cui ha descritto il percorso che avrebbe intrapreso la Libia verso la dittatura del proletariato. In realtà l’unico dittatore fu proprio lui stesso che, attraverso il culto della sua personalità e l’efferatezza nella repressione del dissenso, venne a capo della tradizionale instabilità del paese.
Al momento opportuno deviò la traiettoria ideologica del suo regime, strategicamente, la laicità fece posto all’integralismo religioso. I valori professati dall’Islam, comunque, non impedirono al leader di concentrare sempre di più il potere nelle sue mani, in quelle dei suoi familiari. La sua dittatura è durata 40 anni, durante i quali i diritti umani sono stati sistematicamente calpestati e le vittime di abusi neanche si riescono a contare.
D’altra parte sembra che i governi occidentali non si siano mai accorti che in Libia ci fosse una dittatura, almeno fino all’esplodere delle ostilità del 2011. La comunità internazionale in quel momento aveva come priorità l’eliminazione di Gheddafi, per proteggere la popolazione libica da lui vessata. Probabilmente non era più conveniente averlo come alleato, c’era un modo migliore per appropriarsi delle risorse del paese che governava.
Febbraio 2011 dunque: scoppia la rivolta nella regione della Cirenaica, non è la prima ma sarà l’ultima. Gheddafi era già riuscito a controllare eventi di questo tipo, gode di un buon consenso per essere un despota, eppure questa volta qualcosa va storto. Si alza un grande polverone sulla vicenda, l’informazione internazionale si concentra sulle vicende libiche e le immagini del conflitto vengono montate ad arte, sono i tempi della “primavera araba”.
Ma quella che si svolse in Libia non fu una rivolta popolare bensì una sommossa tribale. Le truppe di rivoltosi possono contare sull’appoggio neanche tanto segreto di Regno Unito, Francia e Usa, intanto l’Onu con un’apposita risoluzione decide di intervenire militarmente in un paese sovrano contro un governo ufficialmente riconosciuto, una decisione praticamente ai limiti dell’illegalità.
Il regime di Gheddafi fu travolto da una ribellione di cui molti mettono in dubbio la purezza. Il corpo del raìs venne dilaniato in diretta, un processo sarebbe stato troppo rischioso per molti uomini di potere, in particolare italiani, che per decenni avevano fatto affari e tessuto trame internazionali insieme a lui. Adesso la Libia è in mano ai clan e alle multinazionali del petrolio. La giustizia, la democrazia a Tripoli non sembrano essere arrivate, la “primavera” non è sbocciata come ci hanno raccontato.
Per saperne di più
Il documentario “Libia Libera?”
Il documentario sulla Guerra Civile Libica de “La Storia Siamo Noi”
Una risposta
[…] qual volta si parla di Primavera Araba salta subito alla mente quell’insieme di ribellioni che ha smosso una parte del Nord Africa e del […]