Città della Scienza: i mattoni per la ricostruzione
“Organizzare il mare di solidarietà che si sta muovendo per ricostruire Città della Scienza”. Secondo il giornalista scientifico Pietro Greco è questo il primo mattone per ridar vita al polo scientifico-museale di Napoli, distrutto dalle fiamme la scorsa settimana
di Lilia Biscaglia
Pochi giorni dopo l’incendio che il 4 marzo ha devastato lo Science Centre di Napoli, il mare della solidarietà avanza. “Una marea di persone hanno detto vogliamo essere utili, ma anche le Istituzioni locali, nazionali ed europee hanno manifestato la volontà di ricostruire in tempi rapidi”. Sono le parole di Pietro Greco, uno dei promotori della Fondazione Idis-Città della Scienza e autore del libro “La Città della Scienza. Storia di un sogno a Bagnoli”.
A una settimana dal rogo che ha distrutto i padiglioni del museo scientifico, si susseguono le dichiarazioni sui fondi disponibili per la ricostruzione. Secondo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, lo stanziamento dei fondi per la ricostruzione di Città della Scienza sarà approvato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) già il 19 marzo. In questo momento, la speranza più grande di Pietro Greco e di molti cittadini “è che non si tratti di impegni politici scritti sull’acqua. È importante che questi impegni siano reali e che, anche da un punto di vista burocratico, si arrivi a una soluzione”.
COSA RIMANE – In poco più di 10 ore le fiamme, di probabile origine dolosa, hanno distrutto il Planetario e lo Science Centre: il museo scientifico “hands-on”, un luogo in cui gli oltre 350.000 visitatori ogni anno erano invitati a partecipare agli esperimenti e confrontarsi con le tappe del ragionamento scientifico.
Ma non tutto è andato distrutto. Sul versante mare, nella zona dove sono divampate le fiamme, si è salvato “Galilei 104”: il primo teatro scientifico in Italia. Sono intatti anche il Centro Congressi, il Centro di Alta Formazione, il Business Innovation Centre: l’incubatore di imprese specializzate in ICT (Information & Communication Technology) e in servizi ambientali e territoriali. Poi c’è il cantiere di “Corporea”: il Museo del corpo che da anni aspetta di essere completato. Anche dopo le fiamme, Città della Scienza resta l’unico fiore di bellezza nel deserto post industriale di Bagnoli, fatto di sabbie di acciaio e capannoni abbandonati dell’ex-Italsider. Un luogo dove – fallito il sogno della grande Industria italiana – si dà spazio alla cultura scientifica come base per un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico fondato sulla conoscenza.
IL RISVEGLIO DELLE ISTITUZIONI – I rappresentanti della Regione Campania hanno incontrato i sindacati per assicurare un futuro ai lavoratori di Città della Scienza. Si è deciso di attivare la cassa integrazione straordinaria in deroga e promuovere interventi di valorizzazione delle competenze professionali. Un risveglio delle istituzioni che arriva dopo un lungo letargo. In base all’accordo di programma che ne ha permesso la nascita, Città della Scienza può contare sul 35% di finanziamenti pubblici.
A differenza di altre strutture simili – come “La Citè des Science et de L’Industrie” di Parigi – la maggior parte dei fondi devono essere recuperati in proprio dalla struttura, sul mercato. Ma negli ultimi anni – come ha ricostruito Pietro Greco nel suo recente libro “Città della Scienza: la storia infinita” – i fondi pubblici sono stati erogati solo in parte e con forti ritardi. Per questo motivo, Città della Scienza vanta crediti nei confronti della regione Campania e per oltre 8 milioni di euro, mentre i lavoratori della struttura sono senza stipendio da mesi.
IL VALORE DELLA RICOSTRUZIONE – In questi giorni si sono moltiplicate sul web le iniziative spontanee di sostegno per una ricostruzione in tempi rapidi. “Una ricostruzione immediata – continua Pietro Greco – sarebbe un segno non solo per città della Scienza e i suoi lavoratori ma per Napoli: una città in cui è al collasso il sistema economico, il sistema dei trasporti, e adesso c’è stato questo rogo che è una metafora dell’intero Paese. Se si dimostra che si è in grado di ricostruire subito allora è un segnale che l’intero Paese può uscire da questa situazione di immobilità”.
LINK UTILI
La pagina Facebook con più di 30.000 adesioni
Sul profilo Twitter di Città della Scienza parte la campagna “Ricostruire Città della scienza”: #ricostruirecds
Su DeRev è possibile contribuire alla raccolta fondi attraverso diverse soluzioni di crowdfunding.
Su CambioMerci, professionisti e imprese possono offrire le proprie competenze per accelerare il riavvio delle attività.
Per contribuire alla ricostruzione di Città della Scienza è disponibile il conto corrente, intestato a Fondazione Idis Città della Scienza – IBAN IT41X0101003497100000003256 – causale Ricostruire Città della Scienza.