Fiat-sindacati: bilancio del nuovo contratto
La Fiat e i sindacati (esclusa Fiom-Cgil) firmano il nuovo contratto per guardare avanti
di Andrea Ranelletti
Vittoria Fiat, mezza vittoria dei sindacati, sconfitta Fiom. E’ chiaro il giudizio generale sul rinnovo del contratto collettivo specifico di primo livello firmato a Torino lo scorso 8 marzo. L’accordo, con valore retroattivo a partire dallo scorso febbraio – ma i sindacati chiedevano che partisse da gennaio – vedrà le buste-paga mensili degli operai crescere per un totale di 40 euro lordi e il premio di competitività passare da 103 a 120 euro. Se l’ottenimento dell’aumento degli stipendi costituisce una vittoria per i sindacati sedutisi al tavolo delle trattative (Fim-Cisl; Uilm-Uil; Fismic; Ugl; Associazione quadri Fiat), più tiepida è l’accoglienza per l’aumento del premio di competitività.
Il premio di competitività è direttamente collegato all’aumento di produttività, redditività ed efficienza e si basa sulla presenza al lavoro dell’operaio: in tale quadro ha destato polemiche la decisione di considerare all’interno delle ore di assenza anche quelle in cui l’operaio ha usufruito della cassa integrazione. Considerato l’ampio ricorso fatto finora dai vari stabilimenti Fiat a tale regime, diviene chiaro come il premio finirà per riguardare una piccola parte dei lavoratori.
Punto fondamentale è la decisione di portare avanti le negoziazioni contrattuali su base annuale: il premio di competitività sarà valido solo per l’anno 2013 – a partire da aprile prossimo – e dovrà essere negoziato nuovamente per gli anni 2014-2015. Secondo quanto scrive su First Online Giorgio Giva, esperto di relazioni industriali, “con questo rinnovo contrattuale la Fiat, orientandosi verso una contrattazione economica annuale anziché triennale come previsto nel sistema italiano, si avvicina ulteriormente […] ai modelli contrattuali prevalenti in molti paesi europei e americani”.
L’assenza della Fiom-Cgil dal tavolo negoziale finisce per significare una sconfitta del sindacato, tagliata fuori dalla rappresentanza e ormai neanche più presa in considerazione in fase d’interlocuzione. Il segretario della Uilm Rocco Palombella sottolinea il colpo inferto al sindacato: “Il contratto firmato varrà per tutti. Purtroppo, mi verrebbe da dire, anche per gli iscritti alla Fiom, i cui leader possono continuare a fare sterile opposizione, mentre noi firmiamo gli accordi”. In una nota Michele De Palma, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil del gruppo Fiat, afferma che “Il testo firmato dalla Fiat con Fim, Uilm, Fismic e Uglm peggiora ulteriormente le intese raggiunte precedentemente con la nascita del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro”.
La scelta della Fiat di accettare le richieste d’aumento e di porre una paga base più alta di quella prevista nel contratto nazionale dei metalmeccanici è vista come segno di un rinnovato impegno del gruppo industriale in Italia, utile a far smorzare per un periodo le ripetute voci sul desiderio di diminuire progressivamente il proprio impegno nella Penisola.
Lo stabilimento di Pomigliano continua intanto a produrre a buoni livelli, soprattutto grazie all’attuale successo della Fiat Panda. A destare le maggiori preoccupazioni sono oggi gli stabilimenti di Melfi, dove la ripartenza sta passando da un ampio uso della cassa integrazione; Cassino, dove si aspetta maggior chiarezza su una serie di investimenti promessi per il 2013; Mirafiori, storico stabilimento dove da tempo c’è il timore per un progressivo disinvestimento da parte dell’azienda torinese.
(fonte immagine: http://www2.rifondazione.it)