Il silenzio non è oro
Fermo il dibattito politico del post-elezioni su tutti i fronti, mentre il Paese agonizza senza guide
di Adalgisa Marrocco
Se speravate di avere una notizia, una cronaca di dibattito su cui discernere ed esprimere la vostra opinione, mi dispiace avvertirvi che questo Paese non fa per voi. O, almeno in questo momento storico, proprio non puó darvi quello che cercate.
Non è questione di destra, di sinistra, di Movimenti a varie stelle: la questione è generale, è un male più profondo che attanaglia la politica italiana e, come sua diretta conseguenza o prodotto degenere, il giornalismo.
Nel Pdl, il massimo del dibattito riguarda le condizioni di salute di Silvio Berlusconi che, dicono i suoi stipendiati medici del San Raffaele, ne impedirebbero la convocazione in Tribunale. Insomma, dopo il “legittimo impedimento” dei tempi andati, arriva un po’ più posticcio il “grave impedimento” da congiuntivite. Ma il problema non è questo. Non spetta a noi preoccuparci del naso lungo di Berlusconi, almeno in un momento come quello che stiamo vivendo.
La questione è piuttosto che da questo marasma mediatico circa il presunto illegittimo ricovero di Berlusconi, il Pdl continua a trarne giovamento intessendo la trama del povero perseguitato dalle toghe rosse. Un’opportunità di vestire ancora una volta le vesti dei martiri, fomentando la base dei fedelissimi elettori berlusconiani e distogliendo l’attenzione dal fatto ci troviamo in una delle peggiori crisi politico-istituzionali che la storia dell’Italia repubblicana ricordi.
E a spostare l’attenzione ci si impegna anche dall’altra sponda, quella di chi il dibattito politico dovrebbe raccontarlo ed analizzarlo: il giornalismo. Un esempio? Gli ultimi piccoli dossier riguardanti autisti e cognate di Beppe Grillo, col cuore in Italia ed il portafogli in Costa Rica. Scenari che ricordano un po’ quando si gettava fango su case a Montecarlo e cognati truffaldini, in odor da predellino guasto. Ma a quei tempi, tutto sommato, ce le potevamo pure permettere due o tre mesi di prime pagine di macchina del fango. Oggi invece no, anche se fosse vero che il Costa Rica è lo scrigno dei segreti di Grillo & Co.
Bisogna prendere atto che Grillo ed i suoi sono forti e con amplissimi margini di crescita, a livello di consensi. Non è con il dossieraggio, più o meno spinto, che si contrasta il M5S, se c’è da contrastarlo.
Se non si puó parlare di dibattito per il M5S e per i berlusconiani, nel centro-sinistra le cose non vanno certo meglio. Dopo l’assemblea interna degli scorsi giorni, il Pd torna a tacere. Il Pd evapora, diventa ontologicamente non percepibile. Se non fosse per Renzi che, di tanto in tanto, proferisce parola, della sopravvivenza dei democratici anche dopo la tornata elettorale di fine febbraio nessuno avrebbe conoscenza.
E’ questo il quadro disperato e desolato in cui il dibattito politico del Bel Paese ristagna, una penisola senza maggioranza, senza Governo, con un presidente della Repubblica che sta per levare le tende.
L’unica speranza è che il silenzio non preceda l’addio.
(Fonte immagine: http://www.oggi.it)