Esplorando il cervello umano
La sfida dei ricercatori europei che partecipano allo Human Brain Project. Ne abbiamo parlato con lo scienziato Orazio Miglino
di Lilia Biscaglia
Riprodurre le funzioni principali del cervello: pensare, provare emozioni e rispondere a stimoli esterni, in sintesi: Human Brain Project. Il programma che riceverà un miliardo di euro in 10 anni, è uno dei due vincitori del Future and Emerging Technologies Flagships Initiative, che mira a selezionare nel panorama della ricerca europea le due proposte su larga scala più significative per portata scientifica e competenze multidisciplinari. Il progetto, coordinato dal Brain Mind Institute del Politecnico di Losanna, coinvolgerà ricercatori di tutta Europa e di alcuni Paesi extra europei.
LE APPLICAZIONI FUTURE – Ma cosa succederà tra dieci anni, quando il progetto sarà finito? E come sarà cambiata nel 2023 la nostra idea di cervello umano? Orazio Miglino, collaborating scientist del progetto, coordina i ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II” e dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR con sede a Roma. Secondo Miglino “tra dieci anni saremo solo all’inizio. Non basteranno per ricostruire il cervello umano, ma sicuramente per quell’epoca ci saranno tante applicazioni collegate al progetto”.
“Una delle prime applicazioni – continua Miglino – riguarderà la possibilità di fare le ricerche sui farmaci in sistemi artificiali, simulando ad esempio gli scambi biochimici tra neurone e neurone”. Un’altra importante ricaduta del progetto riguarderà i nostri computer e il modo stesso in cui sono progettati e costruiti.
Per Miglino studiare il funzionamento del cervello umano permetterà di definire nuovi modelli computazionali in grado di riconoscere e processare la complessità della realtà che ci circonda. In futuro potremmo avere macchine sempre più intelligenti, in grado di rispondere agli stimoli esterni e comunicare. Computer e sensori capaci di assistere ed affiancare in modo naturale le persone con disabilità, o interagire con gli individui per favorirne l’apprendimento. I ricercatori coordinati da Miglino, saranno impegnati proprio a sviluppare modelli simulati al computer in grado di riprodurre il comportamento umano.
LA RETE DELLA RICERCA – Il progetto – che partirà ufficialmente a settembre 2013 – ha già permesso di creare una piattaforma comune tra i neuroscienziati di tutta Europa che, per la prima volta, potranno concentrare risorse, energie e competenze nel prometeico sforzo di esplorare il cervello umano. “Human Brain Project cambierà il modo stesso di fare ricerca scientifica sul cervello. Oggi c’è una grande attenzione alle neuroscienze, si parla sempre più di neuroeconomia, neurodiritto e ogni giorno appaiono decine di articoli scientifici sull’argomento. Significa che c’è una grande produzione, ma al momento non c’è una sintesi. E’ questo è invece l’obiettivo dichiarato del progetto, che permetterà di creare grandi banche dati comuni tra i ricercatori di tutta Europa”.
Il RUOLO DELL’ITALIA – Fra tre anni, dopo aver costruito la piattaforma di ricerca, sarà possibile fare nuove proposte per il progetto. Cosa auspicare per la ricerca italiana?
Ecco cosa ne pensa Miglino: “In questi anni è necessario lavorare per presentarsi come sistema e non come singolo ricercatore anche perché questi progetti richiederanno il cofinanziamento e quindi è necessario investire nella ricerca. Non a caso, il progetto nasce a Losanna: un territorio nel quale si è investito già molto in passato. Se lasciato solo, il singolo ricercatore rischia di essere usato solo come manovalanza. Nella ricerca bisogna essere forti nel locale per riuscire a proporsi nel globale”.
Link utili
Il video di presentazione del progetto
Una risposta
[…] secolo. Il Flagship europeo “Human Brain Project” – di cui ci ha parlato il professor Orazio Miglino pochi mesi fa – insieme al progetto BRAIN negli Stati Uniti, stanno tentando di superare questa […]