I Bastille all’attacco delle hit europee
Dopo il successo di “Pompeii”, il 19 marzo esce in Italia l’album “Bad Blood” della band di Londra
di Valentina Palermi
Senti “Bastille” e magari subito pensi alla Regina Maria Antonietta e alle sue brioches. Da un po’ di tempo a questa parte però è facile riconoscere con quello stesso nome uno dei fenomeni discografici che occupa la Top 5 delle classifiche Europee, con l’album “Bad Blood” in uscita per l’Italia domani, martedì 19 marzo. Partita come un progetto solista del cantante, appena poco più di due anni fa, Bastille è una band di South London formata da Chris “Woody” Wood, Will Farquarson, Kyle Simmons e Dan Smith, voce e autore dei testi. Opera sua anche la scelta del nome, che ricorda la Presa della Bastiglia e il 14 luglio, giorno in cui è nato.
Luglio porta bene, visto che nello stesso mese del 2012 sono stati decretati “New Band of The Day” sulle pagine del Guardian. Ma tra un singolo di 7 minuti (“Flaws”/”Icarus”) che ha accompagnato il loro debutto nel 2011, l’EP e il singolo “Laura Palmer” e nuovi brani spinti attraverso il web, sono riusciti a catturare l’interesse di numerosi fans. “Conquistano” festival come Glastonbury e Isle of Wight, e un anno fa firmano con la Virgin Records. Eccoli aprire i concerti di Emeli Sandé e dei Two Door Cinema Club, tra un covered mash-up di Snap! e Corona (“Of The Night”), e pezzi come “Oblivion” e “Weight Of Living Part 2”, che entrano nelle soundtrack di “Vampire Diaries” e FIFA 13 mettendo d’accordo pubblico femminile e maschile.
Lo stesso che ascoltando il singolo “Pompeii”, in quel “ehhh ohhh ehhh ohhh” ha scovato il degno successore del “Poopopopopoopo” – ormai abusato – nei cori da stadio. Bastille, ammiccando alla world music e ai conterranei Mumford & Sons ed Everything Everything, riesce tuttavia a proporre hit meno martellanti e più synthetiche come “Flaws”, virando di quando in quando verso proposte più intime come “Overjoyed”, sorprendendoci pur rimanendo fedeli ai propri morbidi ensemble vocali di background con “Daniel in The Den”.
Un lavoro che nel suo insieme rivela una strategia, commerciale o personale che sia, ben definita: basta fare attenzione ai video d’ispirazione lynchiana, piccoli episodi che rivelano la passione del cantante Dan Smith per l’arte cinematografica, incontrando e trainando il gusto di una folta schiera di appassionati e non. Ma il meccanismo da “spingitori di fan” non si ferma qui, sviluppandosi attraverso Facebook, grazie al quale è possibile anche essere avvisati quando i Bastille “sono in zona”, e con il loro sito, dove a cadenza temporale era possibile accedere allo streaming dell’album, prendendo parte a veri e propri eventi on-line che permettono ad ognuno di mettergli le stelline al petto.
Il conto alla rovescia per l’anteprima è terminato. Pronti ad assaporarlo adesso?