Daniele Luttazzi torna con Lolito, una parodia
Daniele Luttazzi torna alla scrittura con “Lolito”, satira sul berlusconismo in una parodia della celebre “Lolita” di Nabokov
di Federico Larosa
Dopo l’apparizione a Raiperunanotte, Daniele Luttazzi torna alla ribalta come autore di un romanzo satirico dal titolo “Lolito”, pubblicato in edicola allegato a Il Fatto Quotidiano dal 22 febbraio scorso. Il libro vede la luce a 3 anni di distanza da “La guerra civile fredda” del novembre 2009, un’esegesi in chiave satirica dell’egemonia berlusconiana. E Berlusconi è ancora una volta l’oggetto prediletto dalla satira di Luttazzi che ne fa il protagonista di una parodia del celeberrimo “Lolita” di Nabokov.
La storia raccontata dal libro è infatti una biografia satirico-grottesca e romanzata di Silvio Berlusconi, che diventa per l’occasione Lolito, spregiudicato milanese cresciuto a pane e scrittori russi, amati dalla madre, e iniziato ai piaceri dell’imprenditoria dal padre, capace di trasformarsi da clown in un circo a manovale, garzone, lavapiatti, fino a diventare un imbonitore imbattibile vendendo scope elettriche a Piacenza.
A raccontare la storia in prima persona è Lolito stesso che si rivolge ai giudici della Corte d’Appello del Tribunale di Milano in una memoria post mortem, cercando di giustificare le sue azioni, ritenendosi perseguitato e costantemente al centro dell’attenzione, e dipingendo la sua vita come un’avventura dorata e passionale, piena di sesso, amore, profumi, e impreziosita dalla frequentazione di circoli letterari e dall’ amore (superficiale) per la cultura. Ma il diavolo, sotto le seducenti e mentite spoglie della signora Thyssen-Krupp ci metto lo zampino…
Cominciato un minuto dopo le dimissioni di Berlusconi, perché come molti altri Luttazzi ebbe la sensazione che prima o poi il Cavaliere sarebbe tornato alla carica, “Lolito” è una sorta di rivincita che l’autore romagnolo si prende nei confronti di tutti i suoi detrattori e dalle recenti accuse di plagio mosse nei suoi confronti.
Il testo non è solo una satira del berlusconismo e del rapporto tra Berlusconi e l’Italia attraverso la parodia della Lolita di Nabokov, ma appare ben più complesso tanto che il dubbio che la vera opera sia contenuta nel commento in appendice espresso dalle note, che spiegano le tecniche dell’intertestualità moderna, di cui il romanzo è un raffinato e iper-stratificato esempio, affiora costantemente nella mente del lettore alle cui abilità spetta la capacità di passare da un livello all’altro senza alcuna soluzione di continuità.
Il consiglio ai lettori è quello di non lasciarsi spaventare dalla mole delle pagine (ben 525) e di lasciarsi invece trasportare dal gusto della lettura per un romanzo che oltre a far sorridere (amaro) riesce anche a far riflettere sulla natura grottesca della società italiana.
Il libro ha venduto 25.000 copie in un solo giorno e, visto il grande successo, il Fatto Quotidiano ne ha annunciato la ristampa.