Ciclismo: Classiche del Nord, Cancellara o Sagan?
Sfida generazionale tra fenomeni: il Fiandre è dello svizzero, domenica la Parigi-Roubaix
di Stefano Brienza
@BrienzaStefano
Sagan e Cancellara, Cancellara e Sagan. Il copione delle Classiche di primavera è piuttosto monotono e potrebbe annoiare qualcuno, ma poter apprezzare le gesta di due campioni del genere non può che essere un godimento per ogni sportivo. Due corridori fenomenali – uno giovanissimo e prorompente, l’altro abituato a vincere da anni – al massimo delle loro possibilità che si affrontano sui percorsi più belli, blasonati ed affascinanti: cosa volere di più?
Ed è stata una Pasqua davvero speciale per il ciclismo. La centesima edizione del Giro delle Fiandre non capita esattamente tutti i giorni. Casualmente – come spesso accade – è caduta proprio nel giorno della Resurrezione ed ha baciato in fronte Fabian Cancellara, che già aveva festeggiato la festività ad Oudenaarde tre anni fa, quando vinse la sua prima Ronde.
Sull’ultimo muro, il classico Paterberg, lancia uno strappo che taglia le gambe allo slovacco vincitore della Gand-Wevelgem e poi via, verso l’ennesimo trionfo. Il campione svizzero proverà a fare la doppietta con la Parigi-Roubaix, come riuscì l’anno scorso a quella che finora è delusione del 2013 (ma non strettamente per demeriti suoi), un Tom Boonen martoriato dai problemi fisici ed una condizione che, di conseguenza, non arriva.
L’anno scorso fu lui il dominatore delle Classiche del Nord. Il 2013, invece, è l’anno di Cancellara e Sagan. Lo slovacco classe ’90 è in costante crescita, dopo una gioventù in mountain bike ed un inizio carriera da predestinato. L’anno scorso, mentre faceva incetta di tappe nei giri di mezzo mondo, alle Classiche era l’uomo dei piazzamenti: quest’anno quando gli va male arriva secondo.
Continua a pagare errori tattici, spesso legati alla fretta, alla troppa voglia di vincere tutto e subito. A volte gli riesce, ma quando ci si trova di fronte un alieno come Cancellara bisogna essere perfetti. Peter lo sa, si complimenta con l’avversario-amico (“Troppo forte”) e continua ad immagazzinare informazioni da chi ha ben 9 anni più di lui e li porta ancora benissimo. Nel frattempo, ovviamente, si sollazza un po’: la sua palpatina alla miss sul podio ha già fatto in tempo a diventare un caso mediatico e a far storcere tanti nasi.
Non c’è problema per Sagan. Il giorno dopo già arrivano le scuse, e nel frattempo la popolarità sale vertiginosamente. Fa buon viso a cattivo gioco, ma difficilmente smetterà di divertirsi e divertire. A vincere, invece, ci riproverà domenica in Francia, dove si riproporrà il duello principe della primavera.
Ci riproveranno anche gli alfieri italiani, che non si impongono a Roubaix dal 1999 (Tafi, un anno dopo la seconda di Ballerini). Ah già, gli italiani. Gli italiani? A parte i soliti piazzamenti nei primi 10-20 – una cosa alla quale, obiettivamente, nessuno dà peso – encefalogramma piatto. Ci si consola con la Tirreno-Adriatico di Nibali e si aspettano stagioni climaticamente più favorevoli, anche se l’anno scorso di questi tempi arrivavano podi (Pozzato, Ballan) e vittorie (Gasparotto). Nel frattempo, l’oggetto più consono ad accompagnarli è un praticissimo velo pietoso.