Il successo? Dopo i settanta!
Le pagine dell’autorevole Artinfo ci raccontano di 6 artiste arrivate al successo superati i settant’anni.
di Alessia Signorelli (@signorellialexa)
Cormac McCarthy lo ha scritto in un libro eponimo “Non è un paese per vecchi” e i fratelli Cohen nel 2009 ne hanno tratto un film con Javier Bardem. Da noi, una ventina d’anni fa, un Renato Zero in versione italo-dark sanremese, si struggeva di rabbia e frustrazione, cantando “diranno che sei vecchio”.
La vecchiaia è diventata più una malattia che uno stato naturale ed inevitabile dell’esistenza. Unica soluzione, per qualcuno, è negare sempre, anche l’evidenza, anche a colpi di botox e cure non proprio ortodosse, anche a costo di diventare dei fenomeni da freak show.
Eppure, il sempre attento Artinfo, ci regala – come spesso succede quando si tratta di questa pubblicazione – un elenco conciso ma rappresentativo di 6 artiste, tutte rigorosamente donne, arrivate al successo superati settant’anni di età.
Donne. E over settanta. C’è di che far venire svariate crisi di coscienza a molti. Perché, un elenco come questo, va a scardinare tutta una serie di presupposti sociali considerati spesso inconciliabili con l’idea di artista che, oramai si è radicata in molte persone.
Eppure, dalla “capostipite” Mary Delaney (1700-1788), che alla soglia degli ottant’anni creò più di 1700 riproduzioni (accuratissime) di piante, utilizzando pezzi di carta (insomma, una specie di collage), diventando una delle artiste più amate da Giorgio III, le cui creazioni sono raccolte all’Enlightenment Gallery del British Museum, alla più “giovane” delle sei, e cioè Alice Mackler (nata nel 1932), i cui lavori sono stati inseriti nella mostra collettiva “Forget About Sweetbreads”, chiusa il mese scorso, alla John Fuentes Gallery di New York, che ha riscosso un grandissimo successo (la Mackler è chiusa nel suo studio, intenta a prepararsi per una mostra personale) ci rendiamo conto che l’assunto “giovani, carini e con una qualche idea creativa” non è sempre condicio sine qua non per emergere nell’universo – molto spesso più fatuo di quanto si voglia ammettere – dell’arte.
Tra Mary Delaney e Alice Mackler, troviamo figure come quelle di Anna Mary Robertson Moses, nota come Grandma Moses, pittrice di paesaggi rurali americani, che, all’età di 78 anni (era nata nel 1860) dopo essere stata scoperta per caso dal collezionista Louis J. Caldor ed aver esposto, l’anno successivo, nel 1939 tre delle sue opere come parte della mostra “Contemporary Unknown American Painters”, venne ritratta sulla copertina del magazine Life, per il suo centesimo compleanno (senza tralasciare che, un suo paesaggio invernale, definito come “molto affine ai lavori di Peter Bruegel il Vecchio” è stato venduto, nel 2006 per 1.2 milioni di dollari da Christie’s. E pensare che, all’inizio, questa madre di cinque figli, vendeva le sue opere ad amici e conoscenti per un massimo di 35 dollari).
Carmen Herrera, nata nel 1915 a Cuba, di formazione astratta, ha venduto il suo primo quadro nel 2004, ad 89 anni, segnando così l’inizio per un enorme successo; lo stesso anno, infatti il Museum of Modern Arts ha acquistato un gruppo di suoi dipinti e, nel 2009, il New York Times le ha dedicato il seguente titolo:”A 94 anni è la nuova “hot thing” della pittura”. E, a 97 anni, affermava di voler lavorare ad opere di grandi dimensioni.
E poi ci sono Monir Shahroudy Farmanfarmaian, nata nel 1924 in Iran e Etel Adnan (1925), di origini libanesi. Per la prima, il percorso verso il successo in età matura, è stato un qualcosa di graduale (già attiva nella New York degli anni ’60, entra in contatto con artisti come Pollock e con movimenti come l’Espressionismo Astratto) che la vede ora protagonista di una retrospettiva dei suoi lavori dal 2004 al 2013, aperta alla The Third Line di Dubai a metà marzo, mentre la seconda è “esplosa” grazie a Documenta 13, l’anno scorso.
Sei donne, sei artiste diverse tra loro, per provenienza, formazione ed aderenza alle diverse declinazioni dell’esperienza artistica, ma avvicinate dal riconoscimento del proprio valore espressivo arrivato ad un’età in cui, molti, sono impegnati nell’attività di nonni o in lunghe partite a carte nei vari circoli per anziani.
Al di là di certe battute facili, questo elenco di over settantenni, dovrebbe far riflettere sia il mondo dell’arte che quello del pubblico, sul concetto di età, di genere, di talento e di confini. Tutte cose che andrebbero, oramai, ridiscusse. E, cominciare dall’arte, potrebbe essere un’idea da non scartare.