A Roma al Teatro Vascello arriva “Cloture de l’amour”
In scena la violenta fine di una storia d’amore
di Alessia Carlozzo (@acarlozzo)
Chi c’è in quella stanza bianca, quasi asettica, usata per le prove in un teatro?
Sulla scena solo due corpi, fragili, provati forse vuoti. Un fiume incontrollato di parole ed emozioni scorre tra loro, mai troppo vicini come a voler evitare anche lo solo l’imprevedibilità di uno sfiorarsi appena accennato.
Un’assenza di interazione fisica che si manifesta anche sul piano verbale: nessuno scambio di battute, nessun dialogo serrato. Due monologhi crudi e nudi sparati direttamente all’indirizzo dell’altro.
“Cloture de l’amour” è la fine di una storia d’amore, come ben indica il suo titolo. Ma ancor di più è una diapositiva del mondo finale di ogni rapporto. Tagliare quel filo e andare incontro alle reazioni più disparate. E’ la violenza “di un amore che muore” com’è stato definito.
Due pugnalate che si lanciano i rispettivi personaggi, Luca (Lazzareschi) e Anna (Della Rosa) senza scudo di sorta tra loro. Due monologhi, quindi, che indagano le motivazioni di lui, pronto alla “chiusura” del rapporto . E’ un’enumerazione fredda e rancorosa, condita da una sfumatura ironica quasi come a voler sminuire la portata di tale confessione.
Lei ascolta, muta e immobile, solo pochi gesti permettono di comprendere il suo tormento. Finalmente lui si ferma, le motivazioni sono terminate, attende un cenno che arriva puntuale. Anna lo mette “metaforicamente” con le spalle al muro. Controribatte a ogni critica, ogni scusa, ogni attacco, sbattendogli in faccia l’amarezza covata fino a pochi istanti prima.
Assistiamo a due approcci totalmente diversi. Lui preciso, tranquillo, ironico con una scelta dei vocaboli sempre accorta e ponderata quasi maniacale, proprio per evitare incomprensioni. Lei pari a un fiume in piena non si cura del linguaggio, decisamente più forte e colorito di quello del suo ex partner.
E colpisce proprio la sua furia che si abbatte implacabile su quell’amore ormai recintato (cloture significa anche questo) e pronto ad essere dimenticato. Una frase tagliente e crudele, quella con cui lei conclude il monologo e lo spettacolo stesso.
Cloture de l’amour di Pascal Rambert, autore e regista sia della versione francese che di questo adattamento italiano, ha debuttato sulla scena d’oltralpe nel 2011 riscuotendo subito una successo di critica culminato con il Gran Premio della drammaturgia.
Attualmente in scena al Teatro Vascello fino al 14 aprile, lo spettacolo proseguirà poi in altri paesi come Russia e Croazia.
Un testo tagliente e implacabile, nessuna pietà compare su questo palcoscenico. Una situazione tanto estrema nel suo linguaggio, che non permette una sensazione di “solidarietà” con la coppia o una parte di essa, unita alla convinzione finale di aver assistito a un pareggio di conti troppo distante dalle nostre realtà sentimentali. “Noi non siamo così”. Così, secondo Luca, commentano le coppie in sala di fronte a tale rottura. E’ vero loro non sono così. O almeno non ancora.
CLÔTURE DE L’AMOUR
di Pascal Rambert,
con Anna della Rosa e Luca Lazzareschi
regia di Pascal Lambert
fino al 14 aprile
Teatro Vascello, Via Giacinto Carini 78, Roma
info: 06 589 8031