Il Pdl e la trincea paravento
Berlusconi ed i suoi si proteggono su ogni fronte: da una parte mettono su una pre-campagna elettorale, dall’altra dettano legge al PD. Tutto all’insegna dell’anacronismo
di Adalgisa Marrocco
Silvio ci riprova. E’ un colpo di scena scontato quello di lanciare otto punti programmatici ma, ad ogni modo, è una mossa che occupa le prime pagine ed un po’ dappertutto (non solo attraverso i media) fa parlare del Cavaliere.
Mentre il Partito Democratico continua a piangere sul latte versato di una situazione post-elettorale che ne ha decretato l’ufficioso decesso ed il M5S, secondo gli ultimi sondaggi, continua a perdere consensi, il Pdl fa la parte del leone. Berlusconi ed il suo partito stanno riuscendo nella complessa impresa di passare per quelli buoni, le anime pie che vorrebbero salvare il Paese ma che, proprio per il loro intento troppo nobile, vengono osteggiate dai cattivoni a stella rossa democratica e a 5 stelle.
Eppure per chi vuol vedere, la realtà dei fatti è un’altra: mosse comunicative ben assestate col fine di conquistare il cinturone del salvacondotto ad personam. Insomma, stessi scenari che si ripetono da tempo immemore, ma con una piccola differenza. Il Paese oggi è una grande torta elettorale divisa in tre fette uguali, centimetro più centimetro meno. Una fetta per il Pd con annessa (amara) ciliegina, una per il Pdl ed un’altra per il MoVimento 5 Stelle. Ma i tre sono come bambini che giocano a farsi i dispetti per rubare un pezzo di torta in più all’altro. Il più furbo rimane il bambino pidiellino che, pur con l’opposizione dell’autorità materno-elettorale, prova in tutti i modi a rimpinzarsi.
Fino a qualche tempo fa, la cosa era diversa. Il Pdl l’approvazione di quell’autorità ce l’aveva eccome. E adesso, oltre che tentare di aggirarla, prova anche a tenersela da conto, riservandole tenerezze tutt’altro che disinteressate.
Mentre le altre forze partitiche fanno nulla o, tuttalpiù, giocano agli indomiti oppositori, Berlusconi ed i suoi sono quelli che rimangono in campo, dietro una trincea a forma di paravento. Mobilitazioni di piazza partendo da Bari, risalendo a Brescia e, forse poi, rotolando di nuovo verso sud a Palermo. Un’agenda fittissima quella del Pdl che, nel contempo, organizza cene invitando esponenti del commercio e dell’imprenditoria al fine di raccogliere fondi. Tutti eventi che sembrerebbero tappe da campagna elettorale. Appunto.
L’altra sfida è quella da svolgersi in cima al Quirinale. I pidiellini ostentano “mentalità aperta”, dicendosi disponibili a votare un Presidente della Repubblica d’area progressista, ma sempre e solo a condizione che nasca una Grosse Koalition all’italiana. L’alternativa, secondo i pidiellini, sarebbe un governo tutto di centrosinistra, ma con l’elezione di un capo dello Stato di centrodestra. Insomma, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia, per Silvio.
Il Pdl si protegge su ogni fronte, mettendo in piedi una pre-campagna elettorale in previsione di un eventuale nuovo voto e, contemporaneamente, dettando legge ad un PD in stato confusionale. Ma, al di là dell’assodata attitudine volpesca del Pdl, certo non si può dire che il partito di Berlusconi sia al passo coi tempi.
C’è un anacronismo irritante alla base di comportamenti e pretese del partito di Berlusconi. Quello stesso non saper cogliere lo spirito del tempo che affligge il PD, costretto nella sua patologica introversione di schieramento che non sa schierarsi dalla parte del rinnovamento e del rigetto dell’intellettualloidità.
Siamo di fronte ad ostacoli che necessitano salto coraggioso, nello sforzo di non scegliere la strada più comoda aggirandoli. Gli atleti dovranno capirlo.
(Fonte immagine: www.lettera43.it)