Progressi nella battaglia tra PA ed imprese
Un passo in avanti è stato finalmente compiuto, ma c’è ancora molta strada da fare
di Andrea Ranelletti
Prosegue la corsa a ostacoli per donare nuovo slancio alle imprese italiane. Da tempo immemore ormai si ribadisce la necessità di sbloccare almeno parte della valanga di crediti che molte aziende italiane vantano nei confronti dello Stato: un ritardo nei pagamenti che ha costretto alla chiusura più di un’impresa, soffocata dall’assenza di quel denaro che pur le spettava.
Un’importante passo in avanti sembra essere stato compiuto nel corso dell’ultima settimana: nella giornata di lunedì 8 aprile dovrebbe essere pubblicato il primo decreto approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri. E’ stata approvata, infatti, una prima tranche di pagamento dei debiti sanitari di regioni, province ed enti comunali, per un totale di 5 miliardi di euro per il 2013 e 9 miliardi per il 2014. Tale decreto esaurirà circa 14 dei 40 miliardi di euro disponibili nelle casse del Tesoro, ma sarà utile a fornire nuovo vigore a numerose imprese bloccate dalla mole dei crediti contratti e ancora non rimborsati.
Entro aprile e maggio giungerà una nuova parte dei rimborsi: entro il 30 aprile gli enti locali potranno richiedere – previa la presentazione di un documento che elenchi l’entità dei rispettivi debiti – al Ministero dell’Economia l’accesso a un Fondo da circa 26 miliardi di Euro, utile a ripagare un’altra tranche di debiti. Il Ministero dovrà decidere poi come distribuire la liquidità a disposizione, dando la precedenza secondo necessità e indicando poi come verrà rifinanziato tale denaro.
Infine, si attiverà la Cassa Depositi e Prestiti, la Società per Azioni di proprietà del Ministero d’Economia e partecipata dalle varie fondazioni bancarie, che dovrà garantire il finanziamento (tramite Bond a lunga scadenza) alle imprese che non è stato possibile soddisfare con i 40 miliardi di rimborsi.
Entro settembre infine dovrà essere effettuato il censimento di tutti i debiti delle Amministrazioni pubbliche, necessario per determinare l’entità delle misure che dovranno essere prese nella legge di stabilità per il 2014. A quel punto sarà possibile anche programmare il progressivo rimborso di tutti i pagamenti arretrati, cercando di studiare meccanismi utili a evitare che una simile impasse torni a ripetersi negli anni prossimi.
Non si placano intanto le polemiche relative alla reale entità del debito che lo Stato ha nei confronti di tutte le imprese: a fine marzo Vittorio Grilli, in una relazione alla Banca d’Italia, aveva stimato il debito in circa 90 miliardi. La Confartigianato ha criticato tali numeri, sostenendo che Grilli abbia preso in considerazione solo i debiti contratti nei confronti delle imprese con più di 20 impiegati, tagliando di fatto fuori tutta la Piccola impresa e parte della Media. Secondo la CGIA il debito effettivo ammonterebbe a oltre 120 miliardi di euro.
La somma complessiva di quaranta miliardi di euro non sarà sufficiente a rimborsare la totalità dei debiti che lo Stato ha contratto nel corso degli ultimi anni, ma può certamente costituire una buona base di partenza per reimpostare il rapporto tra i privati e la Pubblica Amministrazione, guastato da anni di ritardi e ambiguità. Sarà ora necessario il massimo impegno per impedire che anche queste misure si risolvano in un buco nell’acqua, se non si vuole spezzare definitivamente il sottile filo che lega la fiducia degli italiani alle istituzioni in difficoltà.
(fonte immagine:http://www.polizialocale.com)