Italia: anche gli immigrati preferiscono andarsene
L’aumento della disoccupazione non fa altro che rendere ancora più drammatica la crisi economica e anche chi è venuto nel nostro paese per cercare una vita migliore se ne va
di Serena Santoli
La crisi economica in Italia, come in Europa, c’è e si vede. E sembra che a capirlo ormai siano anche gli immigrati, che preferiscono fare le valigie e tornare nel proprio paese d’origine piuttosto che restare da noi. Se nel 2008 sono stati 228 i rientri volontari, per il 2013 sembrano essere previsti oltre mille rientri.
Già dal 2009, ciò che viene denominato RVA, cioè ‘Ritorno Volontario Assistito‘, è stato attuato con il co-finanziamento del Fondo europeo rimpatri e del Ministero dell’Interno, tramite un sistema in grado di attuare sia i percorsi del ritorno, che il consolidamento della rete nazionale, per una migliore formazione del personale, rivolta ai migranti.
Una crisi che paradossalmente “ha colpito anche la popolazione immigrata”, come affermato dal sottosegretario Maria Cecilia Guerra. Dai 264mila disoccupati stranieri del terzo trimestre 2011, si è passati alla cifra di 318mila nell’anno successivo. Non solo: negli ultimi quattro anni c’è stato un altro notevole aumento, quello del numero di stranieri inattivi, passato da 765mila a 1 milione e 250mila unità.
È dunque l’Italia il paese che ormai, dal punto di vista lavorativo, sta diventando sempre meno invogliante. Basta dare un’occhiata in giro per capire quanto la situazione sia critica: negozi che abbassano le serrande, tagli continui sui posti di lavoro e imprese che privilegiano posizioni sempre più temporanee.
“Oggi le opportunità di lavoro diminuiscono in Italia mentre aumentano nei paesi d’origine”, ha spiegato il direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Christopher Hein, e questo determina una diminuzione degli stranieri che arrivano e l’aumento di quelli che se ne vanno (nel 2013 almeno 35mila). Aggiunge Hein: “Già molti italiani stanno tornando a fare mestieri che fino ad ora erano appannaggio degli immigrati, come quello di badante. Quando la crisi finirà, ci renderemo conto che mancherà la manodopera“.
Curioso sapere invece, che parallelamente a questa drammatica situazione, in Australia si verifica il caso opposto: la popolazione raggiunge i 23 milioni di abitanti. Secondo un’analisi condotta dalla McCrindle Research, qui la popolazione aumenta di circa 1.028 persone al giorno, grazie soprattutto agli immigrati (58%), piuttosto che sulla crescita naturale (42%). Secondo gli esperti questo rapido aumento della popolazione australiana continuerà nei prossimi anni, stimando che nel 2050 si potrebbe arrivare a una cifra di 40 milioni di abitanti.
Dunque, la congiuntura economica che dal 2008 ha colpito l’Italia ha incentivato questa nuova tendenza di abbandono, da parte degli immigrati, ormai stanchi e inappagati. Ma quando il lavoro non esiste e si deve fare i conti con una crisi economica da spavento, chi non vorrebbe scappare?