Telecom – 3Italia: uno scambio a rete
Il magnate Li Ka Shing conferma l’interesse e rilancia per diventare primo azionista. I nodi da sciogliere sono molti e la politica vuole dire la sua
di Roberto Casucci
Nel consiglio d’amministrazione di Telecom è emersa la volontà della società cinese Hutchinson Whampoa di diventare il primo azionista di riferimento fino a raggiungere una quota del 29,9% del suo capitale. Dopo sei ore di colloqui, è stato così nominato un comitato di saggi, per valutare l’opportunità strategica dell’operazione d’integrazione di Telecom con 3Italia. Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Franco Bernabè, è formato da Gabriele Galateri (Generali), Julio Linares (Telefonica), Elio Catania (Telco) e l’economista Luigi Zingales come consigliere indipendente. I risultati dell’analisi della proposta cinese sono attesi a breve, nell’arco di una decina di giorni.
Durante l’incontro il board ha anche espresso l’intenzione di avviare lo scorporo della rete, da vendere alla Cassa Depositi e Prestiti, ritenuta sensibile a livello strategico nazionale e quindi oggetto di una possibile golden share. Quest’eventualità potrebbe, infatti, ostacolare il percorso e i tempi dell’affare.
Gli analisti di borsa continuano a tenere sott’occhio il titolo nelle ultime sedute. Secondo loro lo scambio di azioni porterebbe a un’offerta pari a un valore di 1,2 euro per azione contro gli attuali 0,6 euro di mercato. Questa sarebbe la valutazione per i titoli detenuti dagli attuali azionisti di riferimento. Decideranno di lasciare parte del loro controllo alla società del magnate Li Ka Shing? Sarà necessario capire se gli spagnoli di Telefonica, molto interessati alle attività di Telecom in America Latina, si faranno da parte. I piccoli azionisti Telecom, riuniti sotto la sigla Asati, si sono già detti contrari a quest’operazione, salvo che H3G non lanci un’offerta pubblica d’acquisto (opzione già scartata dai cinesi). Saranno i numeri industriali e finanziari a convincere o meno gli attuali azionisti di Telecom.
A complicare la situazione è il possibile intervento politico che mira a difendere il carattere nazionale dell’azienda e il suo valore strategico. Nelle ultime ore Paolo Gentiloni, responsabile tlc del PD, ha chiesto al Presidente Monti e al Ministro Passera di “riferire urgentemente in Parlamento sul negoziato in corso tra Telecom e H3G”, stessa richiesta avanzata dal senatore PDL Maurizio Gasparri. Gentiloni ha aggiunto che: “Se Telecom finisse sotto il controllo del gruppo cinese, si tratterebbe di un fatto senza precedenti tra i grandi paesi europei. Un fatto carico di ovvie implicazioni strategiche per l’Italia, oltre che di ripercussioni per tutto l’indotto del settore”.
Sull’esito favorevole della fusione pesano molte incognite. Al momento va comunque registrata positivamente l’opportunità di Telecom di poter consolidare il proprio numero di utenti e di poter utilizzare le moderne infrastrutture di 3Italia. Se la rete in possesso di Telecom è ritenuta strategica da legge, ci si augura che avvenga lo scorporo in tempi brevi. Riguardo alla nazionalità dell’azienda, questa è una polemica irrilevante, poiché, a essa, vanno sempre anteposti i benefici degli azionisti e degli stakeholders.
(fonte immagini: www.lettera43.it; wiki.smu.edu.sg)