Basket: NBA, sabato scattano i playoff. Preview Western Conference
Primi turni a Ovest scoppiettanti con i Thunder favoriti e i Lakers senza l’infortunato Bryant
di Stefano Brienza
@BrienzaStefano
È finita da qualche ora una regular season NBA che ha saputo tenere attaccati agli schermi fino all’ultimissimo minuto, visto che poco prima delle 7 italiane ancora non erano stati decisi alcuni posti della griglia playoff 2012/13. E, dopo le 14 partite della notte, è venuta fuori una composizione entusiasmante, forse la migliore possibile per i neutrali.
Come da tradizione, l’analisi delle serie sarà divisa per Conference. E come da tradizione si lascia giustamente il palcoscenico finale a chi scenderà in campo da campione in carica, la Eastern dei Miami Heat che la dominano da tre anni, primi nella NBA con 66-16 (record di franchigia).
La curiosità più grande deriva da una tragedia. Pacers e Celtics non hanno giocato l’ultimo turno di regular per via della strage di Boston ed hanno dunque chiuso con 81 partite, caso più unico che raro. L’altro fact di fine anno è stato il tendine d’Achille di Kobe Bryant che salta: una notizia dolorosissima per i fan NBA, che difficilmente rivedranno mai al meglio la leggenda dei Lakers – anche se la sua etica del lavoro sa fare miracoli.
Andiamo dunque a porre la lente d’ingrandimento sulla Western, con i Thunder netti favoriti ed un ‘mucchione’ dietro dal quale potrebbe uscire chiunque. Di primo acchito, una volta tanto, sembra che tutti i primi turni potrebbero regalare molto, e difficilmente vedremo tifosi tirar fuori le scope dello sweep.
Oklahoma City Thunder (1) – Houston Rockets (8)
Con la sconfitta di stanotte all’overtime contro i Lakers, Houston si è “guadagnata” il primo turno più duro ma anche, forse, quello più carico di significati. In particolare, chiaramente, per uno dei grandi protagonisti stagionali, quel James Harden scambiato due giorni prima del Day One e capace di trasformarsi da sesto uomo di una superpotenza a leader indiscusso dei giovani Rockets di belle speranze. Ne avranno poche nella serie, contro i soliti inarrestabili Westbrook e Durant in missione Finals, ma aspettiamoci comunque qualche fuoco d’artificio made in Barba.
Los Angeles Clippers (4) – Memphis Grizzlies (5)
Rivincita di un’incredibile serie da sette partite nella quale i Clippers ribaltarono il fattore campo (per qualche strano motivo mai decifrato) nel 2012, sarà la serie nella quale si camminerà di più. Memphis, dopo la dipartita di Gay, ha un roster con poco talento ma il lavoro di Hollins è ottimo ed i Grizzlies controllano al massimo i ritmi, grazie ad una delle migliori difese NBA e ad un gioco offensivo basato soprattutto sulle torri Randolph e Gasol. La Los Angeles dei poveri festeggia quest’anno il primo titolo divisionale di sempre, e per qualche mese sembrava addirittura materiale da Finals, con un Paul formato MVP. Calati alla distanza, rimangono superiori, ma la sfida in panchina Hollins-Del Negro dà un grosso vantaggio a Memphis.
Denver Nuggets (3) – Golden State Warriors (6)
Le immagini dell’infortunio di Gallinari hanno fatto il giro d’Italia e del mondo, privando per lunghi mesi i Nuggets di una delle loro punte ed il Belpaese del proprio miglior prodotto. Fortunatamente Denver è squadra senza leader indiscussi, e può sopperire alle mancanze meglio di altre (in particolare con un Chandler ritrovato). Entrambe arrivano ai playoff lanciate, entrambe hanno fattori campo fra i più impenetrabili della Lega, entrambe giocano un basket estremamente veloce ed offensivo. Sarà una serie senz’altro divertente, con Curry a far potenzialmente da mattatore dopo quella che è stata la stagione individuale al tiro da tre più incredibile di sempre.
San Antonio Spurs (2) – Los Angeles Lakers (7)
Ironico, vero? Spurs e Lakers, le due corazzate degli anni 2000, vincitrici di 9 titoli in 12 anni, che si incontrano al primo turno. Kobe è riuscito nell’impresa di portare questa scialba versione L.A. dantoniana, tutto nomi e niente arrosto, al settimo posto. Ora però sta ai suoi compagni cercare la sorpresa contro una San Antonio che si presenta ai playoff in una curva di forma che non sembra quella ideale. Parker e Ginobili hanno recuperato ma non saranno al massimo – non subito, almeno. In compenso i neroargento hanno firmato un certo Tracy McGrady direttamente dalla Cina per dare una mano a sconfiggere le torri gemelle Gasol-Howard, che praticamente è tutto ciò che è rimasto ai Lakers. Serie mai banale, ricca di campioni nonostante manchi il numero 24, nella quale potrebbe succedere letteralmente di tutto.
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