Basket NBA: it’s Playoff time! Preview Eastern Conference
Si parte stasera: ad Est il dominio degli Heat, Belinelli ed un New York – Boston da paura
di Stefano Brienza
@BrienzaStefano
“Pronto? No no, per stasera passo, niente cena fuori. Sì, lo so che è sabato, ma devo fare una cosa importante. Discoteca? Non se ne parla. Volete venire voi da me? Eh. Sì, anche a cena. Ma che mi frega di Udinese – Lazio, se venite qua il menu è già scritto: pizza, birra, NBA Playoffs. Eh? Ok, va bene, divertitevi…”.
Se avete sostenuto o sosterrete una conversazione di questo stampo prima delle 21 di stasera, avete tutta la nostra comprensione. Perché oggi inizia la quaresima del basket mondiale, e come ogni culto, l’NBA ha delle regole precise da seguire: una di queste è che i playoff sono più importanti di qualsiasi altra cosa.
Dopo esserci concentrati sulla Western Conference dei Thunder, oggi analizzeremo la Eastern degli Heat, in vista di quella che ad oggi è una previsione di finale che mette d’accordo praticamente tutti gli addetti ai lavori. Non per questo le Finals del 2012 dovranno necessariamente ripetersi. Non per questo i playoff non saranno ricchi di sorprese.
Come già anticipato, il valore tecnico, tattico ed emozionale della postseason 2012-13 sembra già sublimarsi nelle sfide di primo turno, raramente così avvincenti. Certo, ad Est il discorso è un po’ diverso per via del divario fra la prima della classe e le altre (12 vittorie in regular ed un curriculum che parla da sé), ma proprio per questo il terreno sarà disseminato di trappole.
Miami Heat (1) – Milwaukee Bucks (8)
Due titoli di Conference consecutivi, un anello, il record di franchigia con 66 vittorie, con ogni probabilità il quarto MVP di Lebron James. Tutti si stanno chiedendo chi potrebbe mai battere gli Heat dei Big Three, e fra le timide risposte non troverete certo i Bucks. Per la squadra di Ellis e Jennings (che ha dichiarato, a metà fra il sogno e la gag pura, “vinceremo 4-2”), coppia che verrà probabilmente smembrata in estate, sono in arrivo sonore lezioni. Poco male: di velleità ne hanno ben poche. Per Miami una formalità, della difficoltà di un caffè in centro, prima di iniziare a fare sul serio.
Brooklyn Nets (4) – Chicago Bulls (5)
Il sistema imperturbabile del mago Thibodeau (a proposito: se a qualcuno interessa il modesto parere del sottoscritto, il Coach of the Year è ancora lui) ha portato al quinto seed una squadra priva del giocatore franchigia per tutto l’anno e continuamente martoriata da altri infortuni: da Noah a Belinelli, il vero punto interrogativo di questa serie è sulle condizioni fisiche dei Bulls. In particolare, se Noah dovesse saltare delle partite, le speranze di Chicago sarebbero ridotte al lumicino contro una Brooklyn che è cresciuta tanto nell’ultimo periodo, grazie ad un Deron Williams ritrovato. Il ‘Beli’ giocherà il secondo playoff in carriera, unico portabandiera tricolore nella postseason: dopo un’annata con tanti picchi inaspettati, chissà che non ci regali qualche emozione in questa serie potenzialmente da gara 7.
Indiana Pacers (3) – Atlanta Hawks (6)
I Pacers l’anno passato furono la squadra che fece più soffrire quelli della Florida e, pur senza Granger, l’annata di coach Vogel e ragazzi è stata molto positiva, con l’esplosione di George ed un’organizzazione dentro e fuori dal campo che ricorda quella delle grandi dinastie. Ancora la strada però è lunga, e se si vogliono attrarre i grossi nomi nelle campagne dell’Indiana bisognerà dimostrare tanto in questi playoff. Avranno di fronte una sorpresa, se è vero che dopo l’addio di Joe Johnson ogni addetto ai lavori dava Atlanta a fondo classifica. Al contrario, forti di ben 44 W, gli Hawks giocheranno il loro sesto playoff di fila e hanno dimostrato varie volte la loro solidità: nonostante partano sempre sfavoriti, il secondo turno bisogna sudarselo.
New York Knicks (2) – Boston Celtics (7)
La costa atlantica è in fermento per una di quelle sfide epiche che si ripropongono dalla notte dei tempi. Due città, due stili di vita a confronto: l’operaia Boston e la glitterata New York. Due anni fa fu 4-0 verde, ma le cose sono cambiate. Privi di Rondo, i Celtics sono alla luna calante – se non all’ammazzacaffè – ma, come da slogan societario, non mollano mai. Carmelo Anthony ha avuto una stagione clamorosa, giocando da 4 puro e finendo come capocannoniere. I Knicks non raggiungevano 54 W dal ’97 e non vincevano la Division dal ’94. Insomma, parlare di hype è nulla. Tatticamente, la poca profondità di Boston costringerà i Celtics a partire forte per non dover affrontare una serie troppo lunga; in ogni caso, vista anche l’età media dei Knicks, sarà una serie più intelligente che spettacolare – tolto quel freak di JR Smith. si parte stasera, alle 21 italiane, per un avvio di playoff dalla caratura altissima.