Come liberare l’Italia dai rifiuti?
La proposta, oltre a ricevere il consenso interno, trova riconoscimenti anche all’estero
di Lorenzo Tagliaferri
Sotto il nome di Rete Zero Waste si cela un ambizioso progetto: liberare l’Italia dai rifiuti. Attraverso una proposta di legge ampiamente studiata e articolata, si vuole portare a compimento quella che può sembrare un’utopia ma che è vista, da molte parti, come un’interessante realtà soprattutto in una regione come il Lazio, nella quale i rifiuti sembrano essere rimbalzati da una città all’altra senza trovare definitiva e risolutoria destinazione, come vi abbiamo raccontato la scorsa settimana.
La proposta si divide in 28 articoli e si pone obiettivi importanti, come la necessità di far rientrare il ciclo di produzione e consumo nei limiti delle risorse del pianeta, il riutilizzo dei beni a fine vita e il loro riciclaggio, riuscendo così a minimizzare lo smaltimento e il recupero del materiale differente dal riciclaggio, per poter garantire la quota zero entro l’anno 2020 e riuscire, infine, a garantire una netta riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente prodotto dalla produzione e dalla gestione dei rifiuti.
Altri punti importanti si concentrano sulla semplificazione delle procedure per l’impiantistica del riciclo, un piano di controllo e monitoraggio, con un occhio attento al monitoraggio sanitario con la collaborazione del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità, il Consiglio nazionale delle ricerche che sia in grado di controllare direttamente le risultanti sul territorio e di tenere in aggiornamento un registro dei tumori su aree industriali che producono rifiuti potenzialmente pericolosi.
Interessante risulta essere l’articolo 22 della proposta di legge che introduce un dettagliato piano nazionale di prevenzione che coinvolga direttamente il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e i soggetti industriali territoriali pubblici, privati e collettivi, al fine di direttamente individuare obiettivi e direttive per quel che riguarda la produzione dei beni materiali rendendo note modalità e tecnologie di riciclaggio di ogni singolo bene o componente.
A sottolineare l’importanza della proposta è stata anche la giuria del ventiquattresimo Premio ambientale Goldman consegnato dalla Goldman Environmental Foundation, che ha voluto premiare il lavoro e l’impegno profuso dal progetto della Rete Zero Waste attraverso la persona di Rossano Ercolini, toscano, insegnante di scuola elementare che ha ritenuto importante avviare una campagna di pubblica sensibilizzazione sui pericoli degli inceneritori e che è tra i motori propulsori del progetto di legge.
La questione ambientale non è un imperativo che riguarda solo le grandi città e coinvolge una società multistrato che ormai si avvicina a numeri da collasso per quanto riguarda le risorse e l’ambiente. Si moltiplicano i progetti che permettano di liberare la terra e i mari da una quantità infinita di rifiuti, un residuo di una visione di consumo che trasporta il suo peso gravoso attraverso il tempo fino alle generazioni dei nostri figli e nipoti. L’Europa tutta sta sviluppando, grazie al sostegno delle istituzioni europee, una global-culture che possa permettere, attraverso la condivisione di visioni, di vivere in maniera sostenibile il pianeta Terra. Un progetto come Zero Waste si qualifica ad essere un faro per quel che riguarda la conservazione delle nostre terre e delle nostre acque.
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Ridurre i rifiuti, liberare gli oceani