Le Capital: il cinema civile di Costa Gavras
Presentato al pubblico italiano l’ultimo film del regista francese Costa Gavras sul potere del denaro
di Francesca Britti
Il denaro non dà felicità? Forse è vero ma dà un senso di appagamento e realizzazione che neanche l’amore di una donna riesce a regalare. Si potrebbe racchiudere in questo pensiero la nuova pellicola di Costa Gavras, regista greco naturalizzato francese. “I soldi cambiano la psicologia della gente” ha spiegato il regista, durante la masterclass organizzata lo scorso 19 aprile in occasione della proiezione del suo film al Festival del nuovo cinema francese Rendez Vous.
Il protagonista Marc Tourneill si trasforma da agnello a lupo, da buono come impiegato bancario a cattivo come dirigente della stessa banca, che toglie ai poveri per arricchire i ricchi. Sembra la storia dell’Italia, come ha fatto notare il moderatore della masterclass Ettore Scola, ma in realtà “è un film sull’economia che sta coinvolgendo tutta l’Europa“.
Un’Europa che sta attraversando un periodo politico-economico difficile ma ciò che cambia, poi, è l’approccio, differente da Stato a Stato. “L’italiano mette in conto che verrà fregato” ha sostenuto il regista Scola “mentre in Francia c’è un senso dello Stato che in Italia abbiamo sempre sentito estraneo“. C’è poi anche la Spagna che, ha raccontato Costa Gavras, ha accolto con molto entusiasmo il film e ad alcune battute, in particolare, hanno applaudito sentendosi totalmente coinvolti.
Le Capital non rivela solo il senso di potere dei potenti ma anche dell’ossessione di questi ultimi dal sesso. Il “rispetto” per sè e dagli altri, come dice Marc Tourneill nel film, si guadagna grazie ai soldi e al sesso. E qui la donna entra prepotentemente in gioco con le sue armi seduttive come Nassim, modella che cerca di soffiare il denaro a Marc e verso cui l’uomo è molto attratto, o quelle più protettive e rassicuranti di Diane, la moglie di Marc, che partecipa alle cene noiose fra i potenti d’Europa e d’America a cui preferirebbe la tranquillità e semplicità di casa sua con il marito e il figlio.
Il vero potere (quello sano almeno) è nelle mani delle donne. “La resistenza è donna“, ha affermato Costa Gavras, “mentre noi uomini siamo più arroganti ed egoisti“.
Chi vince alla fine? Loro, i ricchi, come sempre. Un finale amaro ma d’altro canto, come sottolineato dal regista francese, il cinema pone delle domande non offre delle soluzioni, delle risposte. L’unico finale che poteva immaginare era quello della vittoria dei ricchi e potenti a discapito degli umili lavoratori, ridotti sul lastrico a causa di licenziamenti, utili a rimpolpare le tasche dei dirigenti della banca.