NoMuos, una battaglia siciliana (e non solo)
Le proteste della popolazione contro la base della marina militare Usa di Niscemi e la storia del sistema di telecomunicazioni satellitare
di Chiara Puglisi
Il M.U.O.S., Mobile User Objective System è un sistema di telecomunicazioni satellitare ad altissima frequenza e a banda stretta, prodotto per la marina militare americana, composta da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri*.
Una di queste stazioni sarà posizionata nella base statunitense di Niscemi in provincia di Caltanissetta, in Sicilia, in una riserva naturale protetta, la Sughereta di Niscemi, area del tutto inedificabile e sito di interesse comunitario.
Il sistema sarà utilizzato per il coordinamento di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare sarà utilizzato per pilotare i droni, gli aerei senza pilota utilizzati nelle guerre moderne, che saranno allocati anche nella base Naval Air Station di Sigonella, a 60 km da Niscemi, in provincia di Catania.
La preoccupazione dei cittadini che vivono nella zona si è manifestata sin dal primo momento. L’installazione del M.U.O.S., infatti, è stata oggetto di molte proteste che hanno portato il caso nelle aule di diversi tribunali siciliani.
Il 6 ottobre 2012 la Procura di Caltagirone ha disposto il sequestro della stazione di Niscemi, in quanto l’installazione avrebbe violato le prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell’area protetta.
Il sequestro è stato successivamente annullato il 28 ottobre 2012 dal Tribunale della Libertà di Catania. che ha permesso la ripresa dei lavori. Al momento il Procuratore del Tribunale di Caltanissetta aspetta di leggere le motivazioni del tribunale di Catania per decidere se ricorrere in Cassazione. Nel frattempo, nel gennaio 2013 le proteste dei cittadini vengono accolte dal Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che richiede la sospensione dei lavori di installazione del M.U.O.S.
L’ 11 marzo 2013 la Regione Sicilia ha raggiunto un’intesa con il Governo per chiedere agli Stati Uniti di non installare le parabole fino a quando l’Istituto Superiore di Sanità esprima un parere sull’impatto ambientale e sulla salute dei dispositivi attivati alla massima potenza.
La data entro la quale l’istituto deve rendere noto il proprio parere è fissata per il 31 maggio 2013.
Il 29 marzo la Regione revoca in via definitiva l’autorizzazione alla costruzione del sistema di telecomunicazione.
In attesa del 31 maggio, cittadini, mondo politico locale, esponenti della cultura e dello spettacolo si sono mobilitati in comitati NoMuos, nati in Sicilia ed esportati oltre i confini dell’isola in città come Napoli e Roma.
Fortissime le proteste delle mamme NoMuos, che si battono per vedere riconosciuto il diritto alla salute dei propri figli.
Nonostante la revoca delle autorizzazioni, gli attivisti NoMuos, sostengono, tramite anche riprese amatoriali, che nella base Usa i lavori di installazione delle parabole proseguono noncuranti dello stop imposto dalla Regione.
L’atmosfera a Niscemi è sempre più rovente e la popolazione non sopporta di essere presa in giro.
Secondo Antonio Mazzeo, esponente del comitato NoMuos e giornalista conoscitore della materia, il Governo italiano ha ancora una volta raccontato troppe bugie alla popolazione quando, per bocca del viceministro agli Esteri, Staffan De Mistura ha dichiarato che “il Pentagono ha potuto proseguire nei lavori di realizzazione del Muos grazie a un disguido, cioè un mero errore d’interpretazione o di valutazione degli atti predisposti dalla Regione”.
Il movimento cerca di capire quali potranno essere i passi successivi di questa protesta e non è un caso se la campagna di primavera del movimento NoMuos sarà inaugurata nella data simbolica del 25 aprile, giornata di liberazione dell’Italia dalla Seconda Guerra Mondiale.
Sempre dal blog di Antonio Mazzeo leggiamo che “il Presidio permanente di contrada Ulmo sarà la sede-laboratorio di dibattiti, iniziative ecologiche, artistiche e culturali per valorizzare la riserva orientata protetta, praticare e socializzare il rispetto di un ambiente unico nel Mediterraneo e rendere permanente la mobilitazione popolare contro la militarizzazione e i conflitti che insanguinano il pianeta. La partita è apertissima a condizione di mantenere la massima unità attorno agli obiettivi strategici comuni”.
Noi continueremo a seguire le prossime mosse dei NoMuos.
*fonte nomuos.org