Effetto Paradosso: Una fiaba pugliese di Carlo Fenizi
Da martedì 16 a domenica 21 Aprile il Piccolo Teatro Campo d’Arte di Roma ha ospitato la proiezione del secondo film di Carlo Fenizi, regista pugliese che dipinge con tinte inedite la sua terra
di Isadora Casadonte
Effetto Paradosso è una “commedia malinconica”, un film pugliese “nel soggetto, nell’atmosfera e nelle parole”. Così, la sera del 18 Aprile, il regista Carlo Fenizi introduce al pubblico la proiezione del suo nuovo lavoro.
Il film, che ha ottenuto l’approvazione ed il patrocinio di Apulia Film Commission, ha intrapreso il suo percorso di affermazione sostenuto da un raro entusiasmo, che il regista ed il suo staff trasmettono con immediatezza al loro pubblico.
Effetto Paradosso racconta un viaggio di scoperta verso un modo nuovo di affrontare la vita ed è l’esperienza della protagonista Demetra (Julieta Marocco) a mostrarcelo. Colori scuri e inquadrature simmetriche ritraggono le giornate rigide dell “’ingegnera”, incapace di entrare in sintonia con il figlio e sofferente per la nostalgia di un ex marito che la ignora. Aggomitolata nel letto, una sottoveste nera indosso ed un libro dalla copertina seria abbandonato di lato, Demetra di notte non riesce a prendere sonno.
I colori vivaci, la luce e le risate fragorose intervengono però a cambiare la vita della donna, quando per lavoro è costretta a recarsi in un paesino del nord della Puglia. Un’erba dalle molteplici proprietà, l’Ipazia, cresce su questa terra e sembra essere l’ingrediente segreto che infonde uno spirito particolare alla comunità, oltre all’assopimento della tendenza “fallocentrica” degli uomini.
Il paese infatti rivela immediatamente la predominanza nella comunità dell’estro femminile. Il piccolo regno pugliese ribalta il cliché del meridione conservatore e patriarcale, mostrando le donne come le uniche depositarie dell’organizzazione della comunità.
Che un giorno questa Ipazia invece di ribaltare i ruoli non ci regali l’uguaglianza?
I nuovi personaggi che irrompono nella storia sono personalità libere, a tratti stravaganti e simili a maschere, che amano la vita perché amano se stessi e sono in grado di esprimersi senza censure. Emblematica in questo senso l’eccentricità dell’affittacamere Giovanna (Chiara Fenizi): ragazza che indossa con disinvoltura costumi sempre diversi, immedesimandosi nei ruoli che quegli abiti richiedono (una gatta, un’odalisca, Maria Antonietta).
Eppure la “guida spirituale” di Demetra sarà Alice (Cloris Brosca), la sarta del paese, che instaura con lei un feeling immediato. Un vero incontro quello tra le due donne, una stretta di mano attraverso una ringhiera che sembra dividere due universi femminili lontani ma che Demetra oltrepasserà, per seguire la sarta lungo una strada che capovolgerà le sorti della sua vita.
Quello di Alice è un inno alla consapevolezza di sé e al contatto con la propria più intima essenza capace, lei sola, di guidare ogni nostro più piccolo gesto. Perchè: “bisogna saper fare le piccole cose per riuscire a costruire quelle più grandi”. Bisogna avere cura di ogni minuscola perlina che decora e rende speciale l’abito (o costume teatrale?) della nostra vita, quello che la sarta cuce con attenzione davanti agli occhi affascinati di Demetra. Il punto di forza del film è costituito dalla rappresentazione attenta di gesti come questo, a cui a volte troppe parole aggiungendo, tolgono qualcosa.
Quasi una fiaba quella in cui Carlo Fenizi ci trasporta, un film che riesce a strappare al pubblico una risata ma che si rivela anche capace di stimolarne la riflessione. Ad impreziosire l’atmosfera pugliese intervengono infine le musiche dei Terranima, semplicemente incantevoli.