Il teatro indipendente è in scena al Forte Fanfulla
La seconda edizione del festival teatrale Parabole fra i Sanpietrini è iniziata l’8 febbraio e si concluderà il 25 maggio. Il festival è il risultato della collaborazione tra l’associazione culturale OffRome ed il Forte Fanfulla
di Isadora Casadonte
Giulia Taglienti, fondatrice di OffRome (insieme a Francesca Montanino) e Maria Zamponi, la responsabile dello spazio teatrale del Forte Fanfulla hanno risposto alle nostre domande.
Cominciamo parlando di OffRome: Come è nato il progetto?
Giulia Taglienti: “Io e Francesca Montanino, con cui ho fondato questa Associazione culturale che speriamo possa diventare presto una SRL, eravamo colleghe di università alla Sapienza ed abbiamo iniziato autonomamente a fare un lavoro di promozione per le compagnie teatrali. La cosa si è poi evoluta e concretizzata nel progetto di OffRome, fino a diventare distribuzione di programmi teatrali off.”
Off nel senso di emergenti?
Giulia: “Off nel senso di “emergenti” ma anche “fuori da Roma”, per uscire dagli schemi di una proposta culturale circoscritta.”
Quindi è questa la specificità del progetto?
Giulia: “Sì. La specificità è quella di mettere in relazione Roma con le altre città e favorire quindi la mobilità geografica delle compagnie teatrali emergenti. Seguiamo i nostri progetti dall’inizio alla fine, dividendoci i compiti. Oltre a me e Francesca Montanino lavorano infatti per OffRome anche Martina Parenti (distribuzione) e Tiziana Cusmà (ufficio stampa).”
Una squadra tutta al femminile é il risultato di una scelta voluta?
Giulia: “Siamo tutte donne perché il teatro è pieno di donne. Questo risultato si è delineato da solo, in modo naturale.”
Maria Zamponi: “Ammettiamolo, i ruoli in cui c’è bisogno di una “mente ordinatrice” sono sempre le donne ad assumerseli…”
OffRome nasce con lo scopo di supportare realtà artistiche emergenti: in che modo vi muovete, come lavorate?
Giulia: “Il contatto con le compagnie avviene principalmente tramite il passaparola. Il mondo teatrale è piccolo e le notizie circolano facilmente. Quindi sono soprattutto le compagnie a contattare noi, a meno a che un programma non ci interessi in modo specifico perché pensiamo possa attrarre molto pubblico. Purtroppo non abbiamo i mezzi per affiancare molte compagnie.”
Quali sono i criteri di selezione artistica?
Giulia: “Visto l’investimento che scegliamo di fare, il progetto di una compagnia deve coinvolgerci nel profondo e rispecchiare la nostra identità artistica. Soprattutto da quando le nostre funzioni si sono ampliate e ci dedichiamo anche alla produzione, per investire in progetti più specifici. Abbiamo in cantiere un progetto che coinvolgerà Iaia Forte con “Tutti hanno ragione”, testo di Paolo Sorrentino. Ci dedicheremo poi a promuovere Andrea Cosentino e continueremo a coltivare la collaborazione con il teatro Argot.”
Il Forte Fanfulla è uno degli spazi con cui OffRome sta collaborando per quanto riguarda il progetto Parabole fra i Sanpietrini: un festival la cui seconda edizione è iniziata l’8 febbraio e si concluderà il 25 maggio. Come è nata la collaborazione?
Maria: “Il Forte Fanfulla si è sempre occupato molto di teatro. All’inizio ospitavamo rassegne senza il supporto tecnico adeguato ma poi con Fabio Morichini e Giorgio Carugno è nato il collettivo di lavoro Fanfulla Teatro e l’iniziativa di offrire la nostra sala a costo zero. Le compagnie emergenti potevano usufruire della nostra sala prove per una settimana, dieci giorni, gratuitamente. In cambio chiedevamo una prova aperta al pubblico alla fine della loro “permanenza” nel nostro teatro. Fino a che Francesca e Giulia non ci hanno proposto di portare i loro lavori al Forte, ci sono sembrati interessanti e abbiamo deciso di mettere in campo le nostre diverse professionalità per far nascere Parabole fra i Sanpietrini.”
Possiamo parlare di una linea di lavoro comune per quanto riguarda l’attenzione all’ “eterogeneità geografica” delle compagnie ospitate nel vostro teatro?
Maria: “Sicuramente nella scelta delle compagnie siamo stati guidati da un gusto personale nei confronti dei lavori teatrali ma il criterio di provenienza geografica ha sicuramente un forte peso. Il nostro obiettivo è quello di creare uno scambio umano, una relazione ed un incontro reale tra diverse città, che dia alla luce un progetto comune.”
Assistere allo spettacolo LA SALUTE DEGLI INFERMI (Compagnia Barone Chieli Ferrari) mi ha dato modo di capire quale tipo di compagnie coinvolgete nel vostro progetto. C’è una direzione artistica specifica che le accomuna?
Maria: “L’elemento fondamentale è che la maggior parte dei gruppi che vengono da noi sono artisti in via di formazione, che stanno portando avanti un lavoro di ricerca e affermazione di un segno personale, di un’identità e di un linguaggio che li caratterizzi. Questo genera un tipo di risultato artistico che per propria natura è aperto, perché non ancora definito, ed è a questo lavoro che scegliamo di dare spazio.”
Il teatro è “in crisi”. Crisi economica o crisi di un pubblico che al teatro non è più interessato?
Giulia: “Mi sono molto interrogata sul senso del finanziamento pubblico alla cultura, la società ne ha davvero bisogno? I cittadini vogliono il teatro? Il teatro è un “in più” rispetto ai bisogni della vita quotidiana e la nostra società sicuramente sta perdendo il rapporto con quella che è l’arte per davvero: il dialogo, il confronto, lo scambio di pensieri.”
In questo senso il cinema e la televisione hanno sostituito il teatro?
Giulia: “Sì, hanno sostituito il teatro ma non la sua peculiarità di essere incontro reale, il suo aprire la prospettiva del qui e ora. Quello che viene trasmesso in tv è stato registrato tempo prima e va perdendosi quindi la verità di quanto viene mostrato. E anche la sensibilità del pubblico diminuisce..”
Questo può essere messo in relazione alle modalità di comunicazione della società odierna, abituata ad entrare in contatto con l’altro rimanendo dietro ad uno schermo?
Giulia: “Sì ma nelle altre città il rapporto diretto poi comunque si mantiene. E’ difficile all’estero entrare in un teatro e trovarlo totalmente vuoto. Qui al Forte invece è successo due volte quest’anno. Questo perché l’offerta teatrale è troppo ampia e anche i fondi non possono distribuirsi sui centinaia di enti che fanno spettacolo. Si dovrebbe creare un’offerta più chiara e definita, le micro realtà indipendenti dovrebbero unirsi e creare un progetto comune da proporre ai cittadini che in questo modo potrebbero orientare meglio i loro interessi.”
Oggi gli aiuti economici al teatro sono ridotti al minimo. Ad essere in crisi però è l’erogazione di fondi, non lo spirito d’iniziativa di chi il teatro continua comunque ad alimentarlo.
Maria: “Il progetto di OffRome è emblematico da questo punto di vista, così come l’obiettivo del Forte Fanfulla: ci battiamo contro limiti economici forti ma quando c’è una forte spinta all’autodeterminazione per entrare nel mercato con una proposta d’anima, con un’urgenza, alla fine si riesce nell’intento. Ed è questa la forza di quello che sta accadendo oggi nel teatro.”
Giulia : “Io credo molto anche nel pubblico, nel suo spirito critico che possa vagliare l’offerta artistica. Perché è anche vero che è pieno di giovani che vogliono fare teatro e per questo è necessaria una selezione feroce se vogliamo mantenere alta la qualità. Bisogna capire quali attori riescano ad apportare davvero qualcosa alla società, un punto di vista nuovo e personale, uno spunto di riflessione.”
Il Festival Parabole da questo punto di vista offre uno spazio a chi uno spunto di riflessione può offrircelo. Qual è il programma di maggio?
Maria: “Il festival ripartirà il 9-10-11 maggio con un doppio appuntamento: nella stessa serata si esibirà l’artista Stefano Detassis con il monologo “ In Cuniculum”, che sarà seguito dallo spettacolo “Senso comune” del Teatro dei Venti, un lavoro di ricerca profonda sul ritmo musicale riportato sulla drammaturgia attoriale. Nei giorni seguenti il gruppo Teatro Campestre porterà sulla scena “ Ci vediamo al Dì per Dì”, un lavoro a tre voci femminili sul consumo dell’alimentazione. L’ultimo appuntamento con la festa finale sarà poi il 25 maggio con “GabbiaNO” per la regia di Woody Neri: un riadattamento del “Gabbiano” di Cechov, un lavoro davvero molto interessante, in cui ricoprono un ruolo determinante le dinamiche di relazione tra i personaggi.”
Per concludere, avete un messaggio per i giovani che oggi hanno ancora la costanza, la passione e verrebbe da dire IL CORAGGIO di coltivare l’arte?
Giulia: “Io mi rivolgo ai giovani di oggi con una domanda: <<Siete in grado di aggiungere qualcosa al teatro?>> se la risposta è sì, allora bisogna andare avanti. Ogni cosa deve nascere da una esigenza forte. Noi di OffRome volevamo distinguerci, cercare un tratto specifico rispetto le altre offerte e ci siamo riuscite. In questo senso è fondamentale capire cosa può interessare davvero al pubblico, portare avanti una ricerca di confronto con l’altro, promuovere il coinvolgimento e il dialogo con quello che ci circonda.”
Interessante e stimolante