In scena a Roma “Non c’è due senza te”: una commedia romantica e “affollata”
Sul palco due mariti e una sola moglie. La poliandria come escamotage per una divertente riflessione sui sentimenti e le difficoltà di ogni relazione
di Alessia Carlozzo
@acarlozzo
“Si possono amare contemporaneamente due persone?” E’ questo il leitmotiv della commedia in scena fino 12 maggio al Teatro de Servi, Roma, scritta e diretta da Toni Fornari.
Maria Teresa (Claudia Campagnola) scrittrice di romanzi rosa porta alle estreme conseguenze, l’incapacità di scegliere tra due emozioni differenti. Diventa così Maria moglie di Giorgio (Matteo Vacca) professore di matematica intellettuale vecchio stampo con sfumature decisamente noiose, e allo stesso tempo, per tre giorni alla settimana è Teresa moglie di Danny (Marco Morandi) musicista di belle speranze ma dalle zero incisioni, il cui comportamento quotidiano è influenzato dai saggi consigli dello “sciamano” Jim Morrison.
Sette giorni, due mariti, due nomi, ma una medesima certezza: la felicità si raggiunge in tre, il numero perfetto. Perché come spiega sapientemente all’amica editrice Sara (Carlotta Proietti) ciò che non troviamo in un primo partner ci spinge inevitabilmente all’insoddisfazione e alla voglia, di conseguenza, di colmare quelle mancanze cercando rifugio tra le braccia di un nuovo uomo. Da lì rottura di rapporti, divorzi, strascichi amari.
Donna biandrica e felice, la scrittrice alla perenne ricerca di ispirazione parte dalla divisione del suo nome, arrivando a creare due figure identiche. Maria e Teresa non sono due facce della stessa medaglia, non sono spinte da due caratteri e attitudini diverse. Una delle chiavi di lettura più originali della commedia è proprio quella di smitizzare l’idea per la quale siamo noi, singoli individui, a dover cambiare per raggiungere una promessa ma mai del tutto raggiunta felicità di coppia. Lei è sempre lei. Sono i mariti che cambiano.
Piuttosto alla base c’è una riflessione agrodolce sull’incapacità di soffermarsi sul proprio partner e accettarne pregi e difetti in modo totale. L’insoddisfazione di cui sopra che ci spinge a tradire e vanificare un percorso fatto insieme. Seppur la protagonista non accetti di essere accostata alla definizione di traditrice, appare evidente come il fulcro della storia si sposti da una prima semplice domanda, più volete sottolineata, del riuscire o meno ad amare due persone allo stesso modo contemporaneamente, a quella più sottile ma non meno complicata. Perché si tradisce? Ed eventualmente perché si continua a tradire serialmente?
Il trittico di domande, alcune tra le più antiche al mondo, non trovano di per sé una chiara risposta, ma consentono allo spettatore di osservare la commedia con un occhio rivolto anche verso sé stesso. Perché fiducia nel partner, ricerca di stabilità ma anche paura della routine sono tutti argomenti presenti nel nostro quotidiano.
E gli imprevisti non mancano mai. Come la gravidanza di Maria-Teresa che mette davanti al fatto compiuto la donna, costringendola a fare i conti con il crollo inaspettato del suo castello. Da lì la situazione tra comico e il tragico precipita vorticosamente e i colpi di scena non mancheranno.
Una commedia divertente e dotata del giusto ritmo supportata anche dalla scenografia “doppia” nella quale si muovono i due ignari mariti. Ognuno il suo microcosmo ideale: libri e misure perfette per Giorgio; musica e fumo ispiratore per l’alternativo Danny. E lì nel mezzo un’irriverente moglie di trolley munita, che viaggia letteralmente tra due vite e spazi così diversi. Il concetto del viaggio che assume una nuova sfumatura, decisamente più assurda e irreale ma terribilmente divertente.
Un cast affiatato che risponde con i giusti tempi e regala simpatiche caratterizzazioni ai personaggi portati in scena. Sicuramente una menzione speciale a Carlotta Proietti per regalare con quella voce cantilenante alcune tra le battute più riuscite della commedia.
“Non c’è due senza te”
Roma, teatro de Servi
fino al 12 maggio
Biglietto: platea 20€ | galleria 17€