A Roma “Gli amici degli amici”: coincidenze, affinità e fantasmi
Una storia sulle affinità elettive di goethiana memoria, quella raccontata sul palco del Teatro Due Roma dalla Compagnia Il carro dell’Orsa.
di Alessia Carlozzo (@acarlozzo)
Londra 1895. Olivia (Alessandra Fallucchi) e Bernard (Massimo Reale) si incontrano per caso a una festa. Poche parole, molti sguardi e un rapporto che nasce. Il racconto di un episodio passato dell’uomo che lo rende così “simile” all’amica di Olivia, April (Chiara Condrò) e la decisione della donna di farli incontrare. Un incontro però destinato a non accadere mai negli anni, se non proprio negli ultimi istanti di vita di April.
Muore un’amica, ma nasce un fantasma che popola i sogni di Bernard e nutre la gelosia di Olivia, convinta ormai irrimediabilmente del fatto che il suo uomo sia innamorato della defunta, sua vera anima gemella.
Tronca ogni rapporto e le nozze agognate saltano. Lui morirà anni dopo.
Londra 1908. Olivia è consumata dalle visioni di due fantasmi, Bernard e April non la lasciano riposare e l’idea di aver in qualche modo intralciato la loro possibile felicità la corrode. Si rivolge al Dottor Meier, psicanalista, per risolvere i nodi mai risolti tredici anni prima.
Sarà l’occasione per entrambi per gettare luce su eventi personali della loro infanzia che inspiegabilmente li accomuna e li avvicina. Un’altra affinità.
E le visite si trasformeranno in una lotta continua, tra credenze spirituali, mondi paralleli, peso e verità della scienza della psicanalisi. Quella appena nata, così giovane e acerba ma già così sicura nel riuscire a guarire l’anima.
La pièce è liberamente ispirata al racconto “Gli amici degli amici” di Henry James. La storia di “fantasmi” dello scrittore statunitense è il pretesto per inserire l’elemento della psicanalisi e creare così questo dualismo in lotta per tutta la rappresentazione. I fantasmi di Olivia e le analisi di Meier sono solo lo scudo a universi intimi profondi e a tratti oscuri.
Quella che a prima vista può sembrare una storia di passioni, gelosie e ricordi amari, assume però una dimensione più intima ed evanescente sul palco grazie a una messa in scena veramente di rara intensità. Non due piani temporali separati, quanto due dimensioni che si incrociano sfiorandosi sul palcoscenico. I due attori principali che viaggiano letteralmente tra i tredici anni di distacco dei due episodi, entrando sempre alla perfezione nei ruoli.
Un tono di voce vagamente diverso, più sereno e rilassato, e Olivia passa da quel lettino nello studio dello psicanalista ai salotti mondani londinesi. Il Dottor Meier, complice una semplice cravatta diversa, un passo della gamba meno trascinato e ritorna il Bernard sfuggente e amato dalla donna.
Due attori che danno vita, corpo e anima a personaggi amari, consumati dal dolore e forse anche svuotati dalla vita. Nessun cambio dietro le scene, nessun sipario calato, su quel palco raccontano con straordinaria bravura una storia che si dipana di fronte gli occhi dello spettatore tra continui flashback.
Merito anche di una regia impeccabile di Christian Angeli e l’adattamento di Franca De Angelis che riescono a rendere bene la dimensione onirica, del ricordo e del presente, senza mai confondere lo spettatore e rendendo l’atmosfera sul palco quasi ammantata dalla polvere del tempo, complici quei veli di tulle adagiati su tutti gli oggetti in scena, quasi a volerli rendere evanescenti e irreali.
“Gli amici degli amici” risulta così ammaliante e amaro allo stesso tempo. Uno spettacolo capace di fermare e giocare col tempo, regalando una prova da parte degli attori di altissima qualità.
Un velo di malinconia che rimane ben oltre il termine della rappresentazione e che spinge a riflettere su ben oltre un tema. Le anime gemelle, le coincidenze che segnano una vita (la nostra) e quella consapevolezza che le persone “temono i rapporti a due, l’intimità, l’abbandono.”
Gli amici degli amici
Roma, Teatro Due Roma
fino al 19 maggio
Biglietti: 12€ | 15€