A Roma la 56esima edizione del World Press Photo
Vincitore lo svedese Paul Hansen con una fotografia sui cadaveri di due bambini vittime della guerra fra Israele e Palestina. Sei italiani tra i premiati dalla prestigiosa World Press Photo Foundation
di Francesca Britti
Il Museo di Roma in Trastevere ospita anche quest’anno la 56esima edizione della World Press Photo, una delle mostre di fotogiornalismo più importanti.
103.481 fotografie in gara, 5.666 fotografi, 124 nazionalità. Numeri che fanno subito comprendere la portata internazionale dell’evento. A presiedere la giuria quest’anno Santiago Lyon, che ha presentato la mostra con parole semplici ed ad effetto, proprio come le fotografie premiate. La foto vincitrice dello svedese Paul Hansen “raggiunge la testa, il cuore e lo stomaco“. Uno scatto che racconta lo strazio di alcuni uomini nel portare in braccio i cadaveri di due bambini di appena 2 e 4 anni. L’immagine ha come scenario i bombardamenti israeliani a Gaza.
Gaza, terra di confine fra Israele e Palestina, fa da sfondo a storie di morte e sofferenza in molte fotografie presenti alla mostra. Nella categoria Notizie Generali Foto Singole vince la menzione d’onore la fotografia di Ammar Awad, in cui la polizia di frontiera è catturata dall’obiettivo in un duro attacco ad un palestinese con uno spray al peperoncino. L’abilità di Hana è stata quella di prendere non un momento ma il momento in cui i due poliziotti aggrediscono con una certa violenza e rabbia un manifestante.
La categoria Spot News Reportage vede vincitore del secondo premio uno dei 6 italiani vincitori in questa edizione: Fabio Bucciarelli, che ha raccontato la guerra in Siria, altra forte protagonista della mostra. I militari del governo mettono a ferro e fuoco la città di Aleppo, provocando la morte di moltissimi cittadini tra cui alcuni Free Syrian Army Fighters. L’abbraccio di dolore verso il proprio fratello ucciso raccontato con sensibilità da Bucciarelli che sceglie un gioco di luci ed ombre per coprire i visi facendo risaltare quell’urlo di dolore di un fratello che ha perso un pezzo di sè.
Vincitore del secondo premio Notizie generali Foto singole l’italiano Sebastiano Tomada che, come Bucciarelli, ha dedicato la sua attenzione alla guerra ad Aleppo, catturando l’istante del pianto di un bambino in attesa di medicazione.
Altri due italiani premiati sono per la categoria Notizie Generali Reportage. Il primo premio è andato ad Alessio Romenzi mentre il secondo a Paolo Pellegrin. Mentre per Romenzi la protagonista è sempre la Siria e le sue lotte sanguinose, per Pellegrin lo scenario cambia totalmente. Il fotografo, che risiede da anni a New York, raccoglie nel suo reportage stralci di vita quotidiana del quartiere Crescent di Rochester. L’economia locale sottosviluppata e il grande numero di case inabitate spingono i narcotrafficanti a spacciare droghe. La più rappresentativa è il focus sugli schizzi di sangue sulle pareti di una casa, che rappresentano come la delinquenza sfoci in omicidi.
Non sono solo città “lontane” come Gaza o Aleppo ad essere al centro delle fotografie del World Press Photo. Ma anche la nostra vicina Spagna, che, a causa della depressione economica recente, ha manifestato per lo più pacificamente per le strade di Barcellona. Nella manifestazione del 29 marzo 2012 lo scontro fra polizia e manifestanti è stato particolarmente duro, provocando danni come alla vetrina del negozio di Mireia Arnau, protagonista della foto di Emilio Morenatti, fotografo spagnolo vincitore del terzo premio della categoria Storie d’Attualità Foto Singole.
Menzione d’onore per la categoria Storie d’Attualità Reportage ad Altaf Qadri. New Delhi, India: un gruppo di bambini è riunito a terra con lo sguardo rivolto verso una lavagna, dove un loro compagno sta svolgendo un compito sotto osservazione del maestro Rajesh Kumar Sharma. Quella strada altro non è che una scuola e il 40enne insegnante offre il suo tempo libero per istruire questi giovani, destinati al lavoro minorile dalle stesse famiglie.
La sofferenza non è solo la perdita di un caro ma anche quella di chi, quotidianamente, si deve appellare alla mensa per mangiare e proteggersi dal freddo. Succede a Youngstown (Ohio) una delle città più povere d’America, in cui il danese Jacob Ehrbahn, incontra John McLean al Saint Vincent de Paul Society Dining Hall. Il fotografo con questa foto si è aggiudicato il terzo premio per la categoria Vita Quotidiana Foto Singole.
Stessa categoria ma per Reportage ben due italiani salgono sul “podio”: Fausto Podavini e Paolo Patrizi, rispettivamente primo e secondo premio. Il primo racconta la vita di una coppia romana, Mirella e Luigi, quest’ultimo ammalato di Alzheimer e sostenuto dalle cure costanti della moglie, che non riconosce più dopo 40 anni di matrimonio. Una malattia che fa perdere l’autonomia psicofisica cambiando radicalmente la vita di chi circonda l’ammalato. Si evince da questi scatti la dedizione dolce e costante di Mirella per il marito fino al giorno della sua morte nel 2011. Il secondo mette al centro del suo lavoro, invece, la prostituzione italiana. Donne, mai riprese in viso ma sempre di spalle, che si rifugiano in luoghi nascosti e sicuri per le pause dal lavoro.
Marie Hald, fotografa danese, è la vincitrice del secondo premio della categoria Ritratti in presa diretta Foto singole. Anno ’87 questa giovane fotografa ha ritratto in uno scatto la rassegnazione di una donna, Bonnie, 38enne, che si prostituisce per mantenere i figli. In Danimarca la prostituzione è legale.
Uno degli indiscussi protagonisti di questa edizione è sicuramente Ebrahim Noroozi, iraniano, vincitore in due categorie. In Ritratti in presa diretta Reportage immagini che toccano lo stomaco. Una madre e un figlio si scambiano un bacio. I loro volti sono trasformati a causa dell’acido muriatico che il marito/padre ha gettato loro in faccia, in seguito alla decisione della donna di separarsi. Nella categoria Ritratti in posa Reportage il fotografo iraniano rivela l’usanza delle donne di Khorramabad durante la commemorazione della battaglia di Karbala quando Hussein fu ucciso.
Vincitore di Ritratti in posa Foto singole Stefen Chow, che ha fotografato l’artista Ai Weiwei, dissidente cinese che ha mascherato il sistema di repressione sociale cinese, in termini di diritti umani, così come quello di corruzione che vige soprattutto nella polizia.
A completare la numerosa carrellata di fotografie le categorie riguardanti la Natura e lo Sport.
La mostra, inaugurata lo scorso 4 maggio, rimarrà aperta al pubblico fino al 26 maggio ed è promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali, in collaborazione con Contrasto, che cura ogni anno il libro fotografico, e la World Press Photo Foundation di Amsterdam.