Si avvicina l’accordo tra i sindacati
Tiene banco la mobilitazione del fronte sindacale, di fronte al collasso del mercato del lavoro
di Andrea Ranelletti
Mentre il nuovo Governo Letta inizia a prendere le prime misure e cerca di tastare il terreno della contrattazione tra le varie parti sociali, iniziano a ridefinirsi i rapporti tra gli attori in campo, tra rinsaldamenti e ristrutturazioni. Lo scorso venerdì 3 maggio a Verona la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha reso pubblico un appello per un accordo tra i vari sindacati e Confindustria, utile per avviare un dialogo aperto tra l’industria e un fronte di rappresentanza unico e compatto. “Occorrono regole comuni dopo una stagione di strappi – ha detto la Camusso – che permettano di ricostruire la correttezza delle relazioni industriali”.
Il nodo fondamentale dell’urgenza è sempre uno: trovare una base solida per il rilancio del lavoro in Italia, cercando di porre un argine alla crescita dei tassi di disoccupazione – lo scorso venerdì la Commissione UE ha stimato un livello di disoccupazione per l’Italia nel 2014 pari al 12,2 rispetto all’11,1 attuale – e creando spazio per chi si introduce per la prima volta sul mercato del lavoro. La costruzione di posti d’impiego permetterà di riavviare un’economia boccheggiante e di creare una rottura con “le politiche del rigore e dell’austerità, giungendo magari anche ad attrarre investimenti dall’estero”.
Comprendere la solidità e le direzioni in cui si sta muovendo l’asse tra Confindustria, Cgil e i cosiddetti sindacati riformisti (Cisl e Uil) è importante per aver un quadro ben delineato sulle prospettive di dialogo con il Governo sui temi di principale interesse in materia di lavoro. Lunedì 6 maggio i sindacati si incontreranno per porre la firma sull’accordo di rappresentatività, destinato a stabilire norme base relative alla necessità di far rispettare gli accordi siglati dalla maggioranza dei rappresentanti sindacali (50% più uno) anche alle minoranze.
Fronte comune tra industria e sindacati anche di fronte alla possibilità che il Governo decida di sospendere per decreto il pagamento dell’Imu. Il Vicepresidente di Confindustria Stefano Dolcetta critica la priorità data alla cancellazione dell’Imu rispetto ad altre misure di maggiore urgenza, come “azioni fiscali che favoriscano il lavoro riducendo il cuneo fiscale e contributivo”. Bonanni della Cisl si mostra possibilista e apre alla possibilità di rivedere l’Imu sulla prima casa per i redditi inferiori, posizione rafforzata dalle parole della Camusso: “No alla restituzione dell’Imu, cosa che comporterebbe la sottrazione di risorse che invece dovrebbero essere dedicate al lavoro”.
Le prossime mosse del Governo permetteranno di leggere la tenuta dell’intesa sindacale sui temi di maggiore urgenza e la flessibilità delle varie parti sarà funzionale alla soluzione dei maggiori rischi. La scomparsa progressiva dell’investimento, l’usura costante dell’apparato di produzione e l’aumento della disoccupazione chiamano misure immediate per arrestare l’atrofizzazione del mercato del lavoro in Italia, impedendo il crollo definitivo dell’economia italiana.
(fonte immagine: http://www.cataniatoday.it)